Spazio satira
La ricostruzione
11.01.2020 - 10:40
Apparentemente il giallo sembra risolto, ma la dinamica del delitto ancora non è ricostruita. Dagli elementi potrebbe essere successo che l'assassino abbia aspettato il rientro della coppia per tendere loro un agguato, visto che tutti avevano ancora indosso i giubbotti. Ma sono ancora tanti i pezzi che gli inquirenti devono mettere insieme per chiarire non solo i fatti per come sono andati, ma il movente che ha spinto Pasqualino Forcina ad impugnare la sua pistola 7.65 e sparare alla cugina, la professoressa Fausta Forcina, 67 anni, e al marito, il professore Giuseppe Gionta, 69 anni. Stessa arma che ha poi rivolto contro di sé per suicidarsi.
Nella giornata di ieri i carabinieri della compagnia di Formia, guidati dal tenente Massimo Milano, hanno ascoltato vari testimoni, in particolare quelli delle attività commerciali nei dintorni di piazza Mattej. Il palazzo dove è avvenuto il duplice delitto ed il suicidio si affaccia su questa centralissima e molto frequentata piazza della città. Eppure, nonostante ciò, la scoperta della mattanza è avvenuta solo dopo qualche ora.
Questo si spiegherebbe col fatto che nel palazzo ci sono sei appartamenti distribuiti su tre piani, dove al primo piano vivevano le vittime, mentre nell'atro la sorella della professoressa, che vive a Latina e usa saltuariamente; al secondo piano viveva Pasqualino Forcina, 63 anni, mentre nell'altro c'è l'altro fratello della vittima, che vive a Roma; al terzo piano c'è lo studio legale e di fronte l'appartamento di un colonnello dell'aeronautica che lo usa per le vacanze. Quindi, all'interno del palazzo, quotidianamente si registra poco viavai. L'esplosione degli spari, tra l'altro, non ha destato più di tanto dei sospetti, in quanto in molti hanno pensato che potessero essere gli ultimi petardi di Capodanno che ancora vengono esplosi un po' a tutte le ore.
I delitti, secondo le prime ricostruzioni, sarebbero avvenuti tra le 13.30 e le 14 e, prima di essere scoperti, si è dovuto attendere le 16-16.30, quando una dipendente dello studio legale ha raggiunto il palazzo per riprendere servizio nel pomeriggio. Davanti agli occhi, uno scenario raccapricciante, con la professoressa riversa sulle scale, sulla prima rampa tra il quarto e il quinto scalino, in una pozza di sangue, ancora con la giacca gli occhiali e la borsa in un braccio -la 67enne la mattina l'aveva trascorsa al mercato e a fare spesa in quanto era il suo giorno libero da scuola -,mentre l'altro le copriva il volto come nel tentativo di proteggersi dagli spari. Uno dei colpi infatti ha attinto il braccio destro da cui è fuoriuscito per andarsi a conficcare nel muro del pianerottolo; un altro, forse quello fatale, l'ha raggiunta al petto.
Da quel momento è scattato l'allarme e la richiesta di soccorso da parte del 118 e dei carabinieri. Poi il resto della scoperta: al primo piano, invece, il professor Gionta, trovato nel suo appartamento, colpito al petto, e Forcina invece sul pianerottolo con un colpo al volto, che dopo averlo attraversato si è conficcato nel soffitto. Anche loro avevano ancora le giacche indosso, segno che tutti e tre erano appena rientrati in casa da pochi istanti. Oppure il Forcina potrebbe avere aspettato che la coppia rientrasse per tendere un agguato.
Del caso è stato investito il sostituto procuratore di turno De Franco, che ha nominato il medico legale Daniela Lucidi che nella giornata di oggi eseguirà l'autopsia dopo che l'agenzia funebre "Eterna" di Formia, già nella giornata di ieri, ha portato i tre cadaveri alla sala mortuaria dell'ospedale Santa Scolastica di Cassino. Il palazzo è sotto sequestro giudiziario. Ieri mattina, i custodi, accompagnati da un fabbro, su disposizione del pm hanno proceduto a cambiare la serratura del portone. Lo studio legale ha già presentato un'istanza per avere un permesso speciale per potere entrare nello studio.
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