Spazio satira
Operazione "Pesce giallo"
19.11.2019 - 10:30
Un'immagine estrapolata dal video dei carabinieri nell'inchiesta che ha portato all'arresto di tre dipendenti dell'Agenzia delle entrate
Oltre cinque ore di interrogatorio per rispondere punto per punto alle domande degli inquirenti. Risposte che saranno sicuramente oggetto di un ulteriore vaglio investigativo che comporterà nuovi interrogatori e un supplemento delle indagini sull'inchiesta "Pesce giallo".
Inchiesta dei carabinieri che ha portato ai domiciliari tre dipendenti dell'Agenzia delle entrate - Ufficio del territorio di Frosinone: Andrea Cristini, responsabile dell'unità servizi catastali in front office, 52 anni, residente ad Alatri, e dei dipendenti Domenico Carnevale, 51, di Pico, residente a Frosinone, e Carlo Mastroianni, 58, di Monte San Giovanni Campano. Quest'ultimo si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. Nel collegio difensivo gli avvocati Marco Maietta, Nicola Ottaviani e Stefano Alberti.
Le indagini proseguono per capire il reale grado di coinvolgimento degli arrestati, degli indagati e di eventuali altre persone che possano essere coinvolte.
Ieri, dunque, al via gli interrogatori. I tre dipendenti sono stati interrogati non solamente dal giudice per le indagini preliminari, ma anche dal sostituto procuratore Adolfo Coletta. Sono in tanti a tremare. Da capire il reale grado di coinvolgimento non solo dei tre arrestati ma anche dei soggetti che ruotavano attorno ai dipendenti dell'Agenzia delle entrate, ai professionisti. Da chiarire anche a che titolo avvenivano queste percezioni di denaro, se tangenti o altro.
Indagini quindi senza sosta, anche sulla base della copiosa documentazione acquisita dai carabinieri nel corso delle perquisizioni in ufficio, nelle auto e nelle abitazioni degli indagati, non si escludono ulteriori sviluppi. A cominciare da accertamenti sulle rendite catastali, anche queste finite all'attenzione dei carabinieri come accatastamenti, successioni e visure catastali.
Si ipotizza un danno alle casse dell'Agenzia delle entrate per i mancati introiti. Soprattutto per quelle pratiche portate fuori dall'ufficio. L'accusa per i tre è quella di aver preteso soldi e regali in cambio dello sblocco di pratiche che, al contrario, avrebbero potuto avere difficoltà, spesso pretestuose. Tra le ipotesi anche che sia stato prospettato a più di qualcuno la possibilità di cancellare o ridurre debiti erariali su cui ora stanno facendo accertamenti gli investigatori coordinati dal procuratore facente funzioni Adolfo Coletta. E i prossimi interrogatori, la cui data non è stata ancora fissata, sarà proprio il magistrato inquirente a tenerli.
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