Spazio satira
L'aggiornamento
23.10.2019 - 13:53
Una sorta di cartello tra le coop per la gestione degli immigrati. Non prezzi concorrenziali per offrire adeguati servizi, ma una sorta di livellamento tra cooperative dove valeva solo un obiettivo: distrarre fondi. Così i richiedenti asilo vivevano nella sporcizia e nel degrado, provvedendo spesso a svolgere i lavori di pulizia e lavanderia. A volte protestavano.
E questo è stato solo uno degli elementi finiti al centro dell'inchiesta 'Welcome to Italy'. Un'indagine, iniziata nel 2016, che porta la firma di polizia e guardia di finanza, coordinati dal procuratore D'Emmanuele e dal sostituto Mattei. Nell'impianto accusatorio, proprio la truffa ai danni dello Stato e Enti Pubblici.
Per questo, secondo gli inquirenti, sarebbero stati diversi gli episodi corruttvi contestati, consistenti nelle 'utilità' come, ad esempio, l'assunzione di persone indicate dalla presunta organizzazione, da mettere nei posti chiave. "Così che i controllori non avrebbero più potuto svolgere le loro funzioni sui controllati" come spiegato in conferenza. I soldi distratti avrebbero giustificato, per l'accusa, persino il pagamento di feste di compleanno per il figlio diciottenne di un amministratore. Oppure i lavori di sistemazione della piscina. Venticinque le persone denunciate, 18 le misure cautelari personali di cui 11 dell'obbligo di presentazione alla pg e 7 come divieto di esercitare attività imprenditoriale. Sequestri per 3 milioni di euro.
Durante la conferenza stampa non è stato rivelato nulla sul ruolo ricoperto dai 25 indagati all'interno dell'organizzazione.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione