La situazione
11.07.2019 - 17:00
Si è riunito il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica per la questione della Mecoris dove il 23 giugno è divampato l'incendio. Ieri l'incontro in prefettura. Nessuna dichiarazione sull'esito dell'incontro. Bocche cucite, ma il concetto che è stato ribadito è che i valori delle sostanze sprigionate durante l'incendio sono stati sempre all'interno dei parametri previsti dalle normative vigenti, senza configurare un'emergenza ambientale. Cosa che non si può dire per i tradizionali sforamenti di pm10 rilevati annualmente dall'Arpa in cui Frosinone è già a quota 44 (il limite di legge annuale è di 35) e Ceccano è addirittura a 51. Intanto l'Arpa ha divulgato i dati del quinto campione di misurazione delle sostanze inquinanti alla Mecoris.
Quel che spicca dei valori tra la notte del 27 e la mattina del 28 giugno è il livello quasi a zero della diossina (0.09) rispetto al giorno precedente che era di 0.37. Sotto la media annuale anche il dato di benzopirene (0.39). Più bassi, rispetto al primo giorno e anche al quarto campionamento, anche i valori dei policlorobifenili pari a 152 picogrammi per metro cubo.
I valori dei primi tre campioni analizzati sono inferiori al valore di riferimento di 0,3 pg/m3 individuato dall'OMS come indicativo della presenza di sorgenti, mentre il quarto è leggermente superiore. Il quinto e ultimo campione è inferiore al valore di riferimento. Tra gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) normalmente rilevabili il benzo(a)pirene, è l'unico composto per il quale il decreto legislativo prevede un valore limite pari a 1 ng/m3 come concentrazione media annua. Il valore del primo, del terzo, del quarto campione, pari rispettivamente a 1.3 ng/m3, 1.4 ng/m3 e 2.93 ng/m3, sono superiori al valore limite annuale previsto dalla normativa, il secondo e il quinto campione sono inferiori al valore limite annuale previsto dalla normativa.
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