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La ricostruzione

Omicidio Morganti, la Procura: Emanuele massacrato di botte in tre fasi

In aula è stato nuovamente ripercorso il tragico calvario del ventenne di Tecchiena, che insieme ad alcuni amici si era recato in un locale per divertirsi

Emanuele Morganti è stato massacrato di botte, la sera del 24 marzo 2017. Insieme a degli amici, si era recato al Miro music club, a piazza Regina Margherita, nel cuore del centro storico di Alatri. Lì venne prima allontanato dai buttafuori e, una volta all'esterno, colpito brutalmente, in tre momenti e in tre luoghi distinti tra piazza Regina Margherita e via dei Vineri.

A seguito dell'ultimo colpo, Emanuele ha sbattuto sul montante di una Skoda per non rialzarsi più da terra. Morirà il 26 marzo a Roma dove era stato portato in un estremo tentativo di strapparlo alla morte. Il 28 marzo a Roma ci sono i primi due arresti, quelli di Mario Castagnacci e Paolo Palmisani che si erano rifugiati da una zia. Il 10 aprile scatta un terzo fermo: anche Michel Fortuna, l'unico frusinate del gruppo, finisce in carcere. Infine, il 30 ottobre un'ordinanza di custodia cautelare colpisce Franco Castagnacci, nel frattempo coinvolto anche in un'inchiesta per droga. A novembre si chiudono le indagini a carico dei quattro, i tre pm che hanno coordinato l'inchiesta condotta dai carabinieri, contestano un'azione condotta in uno stato di «esaltazione collettiva» e «sotto l'effetto di sostanze alcoliche e stupefacenti». Il processo dopo un tentativo della difesa di spostarne la sede inizia il 19 settembre.

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