L'inchiesta
04.10.2018 - 17:08
Emergono altri e sconvolgenti particolari nell'inchiesta che ieri mattina ha portato all'arresto del noto ematologo di Frosinone Franco Aversa, da anni ai vertici dell'Ematologia dell'ospedale di Parma. Ormai nota l'attività dell'organizzazione criminale di cui il medico faceva parte: secondo l'accusa i medici coinvolti chiedevano sponsorizzazioni per congressi alle aziende farmaceutiche con la promessa di utilizzare i farmaci nei trattamenti. Ma non solo: ci sono anche i concorsi pilotati e l'attività professionale non autorizzata tra i capi d'inchiesta dell'indagine condotta dai Nas e dalla Procura della Repubblica di Parma.
Truffa, corruzione, induzione e abuso d'ufficio: sono queste le accuse che coinvolgono i 36 indagati dell'inchiesta Conquibus, tra cui anche il direttore dell'Ematologia dell'ospedale di Parma Franco Aversa, come detto arrestato ieri, e undici professori dell'Università di Parma.
I dialoghi intercettati
L'organizzazione, la cui base era a Parma, assicurava favori alle aziende farmaceutiche in cambio di sponsorizzazioni per convegni o contribuiti economici. "A noi interessa il conquibus, quando il conquibus arriva per noi va bene", ecco le parole di una delle intercettazioni che vede coinvolto proprio il professor Aversa, che affermava anche di avere "una lista dei buoni e dei cattivi" in riferimento alle aziende farmaceutiche. "C'è un atteggiamento di non apertura – dice Aversa ad uno dei suoi interlocutori – per cui lo dico francamente, questi prodotti qui non entreranno mai".
Intanto, il professionista, luminare della ricerca sulle cellule staminali, ha ottenuto il beneficio dei "domiciliari".
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