L'inchiesta
04.10.2018 - 13:40
L'ematologo Franco Aversa
Sei i concorsi finiti nel mirino dell'inchiesta "conquibus", così è stata denominata dai carabinieri del Nas l'operazione scattata alle prime luci dell'alba di ieri a Parma, nella quale è coinvolto anche il medico frusinate Franco Aversa. Oltre al luminare, direttore della struttura di ematologia e trapianto midollo osseo del Maggiore di Parma e professore universitario, finito in manette, sono state iscritte sul registro degli indagati altre 36 persone che operano in ambito universitario e nel settore della commercializzazione e della promozione di farmaci. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Aversa, che è ritenuto il fulcro di un "sistema" che assicurava favori alle aziende in cambio di sponsorizzazioni per convegni e contributi economici che sarebbero finiti anche nelle tasche degli indagati, avrebbe pilotato anche il suo concorso per diventare professore ordinario.
A far scattare le indagini sarebbe stata la denuncia di un collega dell'ematologo frusinate per questioni legate al suo operato con alcuni pazienti. Quando, però, i carabinieri del Nas, agli ordini del maggiore Gianfranco Di Sario di Parma, hanno cominciato a scavare nella vita professionale di Aversa, è venuto fuori che il medico, insieme alla amministratrice delegata del Centro servizi Congressuali di Perugia, era a capo di una attività illecita. I reati contestati, a vario titolo, sono: corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, comparaggio farmaceutico, abuso d'ufficio, falso ideologico e truffa aggravata.
Nel corso dell'operazione sono state eseguite 40 perquisizioni presso le abitazioni degli indagati e presso le sedi di importanti società e note aziende farmaceutiche. E' stato, inoltre, disposto ed eseguito il sequestro preventivo, ai fini della confisca, di 335.000 euro ritenuti provento delle condotte corruttive e del reato di truffa.
Franco Aversa, per ora, ha beneficiato dei domiciliari sarà rappresentato dall'avvocato Enrico Cozzari del foro di Perugia.
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