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L'inchiesta

Arresto Franco Aversa: «Fenomeno come ai tempi di Tangentopoli»

Il famoso ematologo frusinate nell'inchiesta Conquibus del Nas di Parma. Assicurava favori alle aziende farmaceutiche. Lavorava fuori provincia

Ieri mattina i dettagli dell'operazione "Conquibus" sono stati resi noti dal procuratore della Repubblica di Parma nel corso di una conferenza stampa al palazzo di giustizia. A illustrare l'operazione anche il maggiore del Nas Gianfranco Di Sario. Per il procuratore Alfonso D'Avino, si tratta di un fenomeno non nuovo, già riscontrato ai tempi di Tangentopoli, sempre per ottenere o l'inserimento dei farmaci nel sistema nazionale sanitario o l'aumento del prezzo dei medicinali. E sul motivo per cui è stato dato il nome "Conquibus" all'operazione, è stato sottolineato, durante la conferenza stampa, che il principale indagato, in uno dei dialoghi con un rappresentante di una azienda farmaceutica, ha pensato di evidenziare che il suo interesse non era rivolto all'aspetto tecnico del farmaco o alle modalità con cui si doveva individuare un farmaco piuttosto che un altro, ma al  muovere concorsi e selezioni pubbliche pilotate al fine di appoggiare candidati preventivamente individuati.

Per chi non aderiva alle sponsorizzazioni congressuali scattava la minaccia di ritorsioni, come la mancata prescrizione nell'ambito delle attività ospedaliere o il mancato inserimento dei medicinali nel prontuario dei farmaci. Mentre per le aziende generose veniva sostenuta la rimborsabilità dei farmaci presso le autorità regionali. A carico del professore Aversa anche il reato di truffa aggravata: il medico svolgeva attività lavorativa fuori provincia anche se aveva un rapporto di lavoro in esclusiva con l'ospedale di Parma. E in questo contesto si inseriscono un laboratorio analisi e uno studio medico della provincia di Frosinone. l conquibus. «Più che le modalità a noi interessa il conquibus...quando il conquibus arriva per noi va bene...tanto per essere pragmatici» diceva in una delle intercettazioni il professore Aversa. In uno dei colloqui con un rappresentante di una casa farmaceutica, ha sottolineato il procuratore, «aveva rimproverato l'interlocutore per la mancata collaborazione, esplicitamente dicendo: "Per me collaborazione è io do una cosa a te e tu dai una cosa a me"». Le indagini ora proseguono per accertare la responsabilità delle case farmaceutiche coinvolte nelle attività illecite. Infatti con lo stesso provvedimento cautelare il Gip ha avviato le procedure previste dalla legge. 

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