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Il dramma

La fabbrica chiude, dipendenti a casa. L'appello alle istituzioni di una mamma

La donna, rimasta senza lavoro e madre di due figli piccoli, da mesi riesce a sopravvivere solo grazie all'assegno di disoccupazione. Che però adesso sta per finire

Dopo la chiusura della fabbrica, è stata costretta a vivere e crescere i suoi due figli, una ragazzina di dodici anni e un bambino di due anni, con la sola disoccupazione, che però ora sta finendo.

La storia di una quarantenne di San Giorgio, ex dipendente di una ditta di smaltimento di rifiuti della zona, è simile a quella di tanti suoi colleghi. «Sono molto preoccupata per quello che succederà quando avrò ricevuto anche l'ultimo assegno della disoccupazione, che già di per sé è una cifra molto misera».

Per questo la mamma disperata si è rivolta spesso negli ultimi mesi alle istituzioni locali, agli uffici e agli amministratori direttamente, senza ottenere, come racconta, nessun riscontro. «Chiedo di poter lavorare, anche per poche ore alla settimana, che mi consentirebbero di fare la spesa. Lo Stato, e quindi innanzitutto il Comune, deve occuparsi del mio caso. Chiedo ancora una volta aiuto alle istituzioni».

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