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Il caso

Furbetti del cartellino, l'inchiesta si allarga: il rischio di perdere il posto

Le indagini delle Fiamme Gialle vanno avanti. Ed emergono intanto particolari sconcertanti: ad esempio, i furbetti non si sono fermati sebbene si sapesse dell'inchiesta

Incastrati dalle telecamere nascoste della Guardia di finanza, ora gli otto indagati provano a difendersi. Ma a tremare sono anche altri lavoratori, e non solo della Regione, che potrebbero incappare in provvedimenti analoghi in caso di assenze ingiustificate dal posto di lavoro.

L'inchiesta sui furbetti del cartellino che ha preso di mira otto dipendenti dell'ufficio decentrato Agricoltura della Regione, con sede in via Veccia a Frosinone, ha destato enorme clamore. Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme gialle del Nucleo di polizia economico-finanziaria, nel periodo tra giugno e luglio 2016, alcuni dipendenti avrebbero timbrato il cartellino per assentarsi dal lavoro senza giustificazione o, addirittura, nei casi più eclatanti, senza nemmeno entrare in ufficio. A uno è contestata una missione in esterna. Da qui l'ipotesi di reato di truffa aggravata. Nei confronti dell'autista del dirigente della struttura, invece, è stato contestato il peculato per l'utilizzo a fini personali dell'auto a servizio dell'ufficio. Ci sono poi un paio di posizioni marginali cui vengono contestate una sola uscita ingiustificata o un paio di episodi. Altri invece avrebbero più episodi fino alle posizioni più gravi che riguardano appunto chi in ufficio nemmeno entrava e rientrava unicamente per passare il badge al marcatempo. Gli otto risultano residenti a Ferentino (due), Cassino, Alatri, Sora, Patrica, Vallecorsa e Segni.

Ora gli indagati, rappresentati dagli avvocati Vincenzo Galassi, Marino Iacovacci e Fabrizio Taglienti, avranno tempo fino al 20 settembre per presentare delle memorie o farsi ascoltare dal magistrato che ha coordinato le indagini in modo da rendere la propria versione dei fatti e fornire la giustificazione sulle uscite contestate.

L'inchiesta è stata condotta non solo grazie all'impiego di telecamere nascoste, ma anche con servizi di appostamento e osservazione e di verifica delle presenze. Anzi pare che negli uffici della Regione si sapesse che i finanzieri stessero conducendo un'inchiesta e, pure, come testimoniato dai video, certi comportamenti non si sono arrestati. Sono, infatti, oltre quattromila i video esaminati dalle Fiamme Gialle che contro i furbetti del cartellino continuano a indagare. Il rischio per chi dovesse incappare in una condanna è anche quello della perdita del posto di lavoro

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