Cerca

Il rapporto

Italiani alla fame: un esercito non riesce neppure a mangiare

Studio della Coldiretti, situazione drammatica. Nel Capoluogo 1.083 famiglie si sono rivolte ai centri di ascolto della diocesi per avere assistenza e un pasto caldo

La punta dell'iceberg della situazione di disagio in cui si trovano molte famiglie sono i 2,7 milioni di persone che in Italia nel 2017 sono state addirittura costrette a chiedere aiuto per il cibo da mangiare. È quanto emerge dal rapporto Coldiretti "La povertà alimentare e lo spreco in Italia" presentato alla giornata conclusiva del Villaggio della Coldiretti ai Giardini Reali di Torino con un impegno anche nella solidarietà e un focus sugli sprechi alimentari ed i consigli e le ricette dal vivo degli agrichef per valorizzare gli avanzi con la cucina del giorno dopo. Ad avere problemi per mangiare sono dunque, sottolinea la Coldiretti, oltre la metà dei 5 milioni di residenti che, secondo l'Istat, si trovano in una condizione di povertà assoluta.

Nel 2017 circa 2,7 milioni di persone hanno beneficiato degli aiuti alimentari, precisa la Coldiretti, attraverso l'accesso alle mense dei poveri o molto più frequentemente con pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che per vergogna prediligono questa forma di aiuto piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli. Infatti sono appena 114.000 quelli che si sono serviti delle mense dei poveri a fronte di 2,55 milioni che invece hanno accettato l'aiuto dei pacchi di cibo sulla base dei dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead attraverso dall'Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea).

Tra le categorie più deboli degli indigenti si contano, continua la Coldiretti, 455.000 bambini di età inferiore ai 15 anni, quasi 200.000 anziani sopra i 65 anni e circa 100.000 senza fissa dimora. Contro la povertà, continua la Coldiretti, si attiva la solidarietà con molte organizzazioni attive nella distribuzione degli alimenti, dalla Caritas Italiana al Banco Alimentare, dalla Croce Rossa Italiana alla Comunità di Sant'Egidio. E si contano ben 10.607 strutture periferiche (mense e centri di distribuzione) promosse da 197 enti caritativi impegnate nel coordinamento degli enti territoriali ufficialmente riconosciute dall'Agea che si occupa della distribuzione degli aiuti.

A Frosinone sono 1.083 le famiglie (con una media di 4 componenti) che si sono rivolte ai centri di ascolto della diocesi del capoluogo per ottenere assistenza materiale e morale e soprattutto un pasto caldo. Le famiglie che si recano ai centri di ascolto sono nella maggior parte italiane, il 58% e il 42% straniere.
A Cassino i bisogni rilevati, anche di sopravvivenza giornaliera, sono stati circa 2.063, di cui 1.313 di cittadini italiani, 706 di cittadini non italiani e 44 di aventi doppia cittadinanza. Gli interventi effettuati nello stesso periodo sono stati circa 18.000, tra cui quelli della Mensa Caritas che fornisce circa 14.000 pasti giornalieri. Nei mesi sono state numerose le iniziative che in Ciociaria si sono moltiplicate per venire incontro al disagio e alle esigenze delle tante persone che versano in situazioni di difficoltà.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione