Spara alla compagna tormentato dalla gelosia, poi chiama il suo avvocato: "E' stata una disgrazia"
L'uomo nega di essere fuggito dopo aver fatto fuoco contro la ragazza e sostiene la tesi dell'accidentalità. Resta comunque in carcere con l'accusa di tentato omicidio
«È accaduta una disgrazia, andiamo in caserma». Con queste parole Mario Eramo, accusato di tentato omicidio, ha telefonato al suo avvocato Danilo Iafrate per chiedergli di assisterlo e insieme sono andati dai carabinieri. E, sempre stando al racconto della difesa, il cinquantenne non sarebbe, quindi, fuggito dopo quanto accaduto nell'abitazione paterna dell'uomo, ma pochissimo tempo dopo è andato in caserma con il suo legale sostenendo che si è trattata di una disgrazia.
Sempre stando a quanto sostiene il suo avvocato, è stato proprio Eramo a consegnare anche l'arma, una pistola semiautomatica calibro 9 con matricola abrasa. Arma che era detenuta illegalmente. E per il commerciante di Avezzano, con numerosi precedenti per lesioni, rissa, minacce, estorsione, danneggiamento, porto e detenzione abusivi di armi nonché bancarotta fraudolenta, l'accusa è di tentato omicidio, porto abusivo di arma clandestina e ricettazione della stessa arma, non essendo stato in grado di giustificarne il possesso. Ora si trova nella casa circondariale di Cassino a disposizione dell'autorità giudiziaria.