Spazio satira
07.09.2017 - 12:30
Cinquanta euro per una prestazione sessuale a pagamento con una "massaggiatrice" cinese, a due passi dal centro di Cassino, in un condominio come tanti, dove si stendono panni e si scende con i bambini per andare a scuola. Facile "confondersi" tra la gente e bussare a una delle tante case del sesso urbane dove, al di là della porta, c'è un momento di svago a prezzi contenuti rispetto ad altri luoghi hot in città. Cinquanta euro per il cliente e poco più di dieci euro per chi quella prestazione doveva effettuarla. Schiave del sesso, senza permesso di soggiorno, assoldate per fare la ricchezza di una maitresse che poteva contare su uno "stipendio" mensile da imprenditore! Nascoste nel reggiseno della donna la polizia ha trovato 750 euro: per gli investigatori potrebbero rappresentare i proventi illeciti di un paio di giornate di lavoro. Dunque, quasi duemila euro a settimana e magari 7.000 al mese.
Bastava togliere l'affitto, le spese di casa e la misera paga per le squillo (che, per gli inquirenti, variano di settimana in settimana) e in tasca restavano parecchi soldoni.
L'operazione
Tutto questo fino a quando i poliziotti del Commissariato non hanno fiutato qualcosa e, nel tardo pomeriggio di martedì, a seguito di una segnalazione per spaccio di droga, gli uomini agli ordini del dottor Alessandro Tocco non sono entrati proprio in quella casa (in via Sferracavalli) per una perquisizione domiciliare. Ad aprire la porta agli agenti è stata una donna di nazionalità cinese di 36 anni ma è bastato compiere qualche passo all'interno di quell'ambiente, entrare in una stanza da letto e trovare, avvolta da luci soffuse, una connazionale in abiti succinti. E proprio in quell'alcova c'erano gli "arnesi del mestiere" come centinaia di profilattici, una decina di cellulari e una macchinetta per controllare che i soldi dei clienti non fossero falsi! Difficile avere dubbi sull'attività di meretricio che si svolgeva all'interno di quei novanta metri quadrati, trasformati in angolo di paradiso per uomini alla ricerca di "distrazioni". Un angolo del sesso simile agli altri, sparsi tra i palazzi-bene di Cassino, dove le ragazze arrivano per brevi periodi e, poi, vengono sostituite: un "ricambio" funzionale, magari, a non cristallizzare i sospetti su determinati volti (anche se le signorine escono poco) e ad allettare i clienti con continue novità.
La promessa del lavoro
È stata proprio la giovane trovata nella camera a luci rosse a confessare agli operatori di polizia di essere arrivata da Firenze soli quattro giorni fa, dopo aver risposto a un annuncio in cui si offriva lavoro a Cassino come massaggiatrice e di essere irregolare sul territorio nazionale. Forse, il suo stesso viaggio in Italia poteva nascondere la promessa di un lavoro sicuro, lontana - magari - da una vita di povertà. Un miraggio, probabilmente, diventato incubo, che ha assunto le fattezze della mercificazione del proprio corpo. Ad accoglierla a braccia aperte a Cassino è stata la connazionale che l'ha subito inquadrata: avrebbe dovuto offrire prestazioni anche sessuali ai clienti, chiedendo loro un compenso di 50 euro. Per lei sarebbero restate dieci o quindici euro per ogni incontro. E così per la "maitresse" sono scattate le manette per i reati di sfruttamento della prostituzione e impiego di lavoratori stranieri non in regola con il permesso di soggiorno; oggi la direttissima. Alla cittadina cinese, non in regola con il permesso di soggiorno, è stato invece notificato un ordine di allontanamento dal territorio nazionale.
Un puzzle da ricostruire
La casa è stata posta sotto sequestro dalla polizia che ora indaga su più fronti. Tante le tessere del puzzle acquisite durante le insistenti operazioni nelle case del sesso. A tenere unito il "disegno" sono gli affari, certe modalità di reclutamento, la clientela continua ed esigente. Che ora trema! Tanti i contorni da definire tra i giri del denaro e i livelli organizzativi.
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