Spazio satira
11.04.2017 - 08:56
La caserma carabinieri di Pontecorvo
La lite in famiglia era nata, ancora una volta, per la casa paterna. Una casa che dopo le difficoltà dell'azienda familiare - e a seguito della morte del papà - era finita all'asta. Nonostante questo, il fratello maggiore aveva continuato ad abitarci. E suo fratello minore, con difficoltà motorie, aveva sollevato (secondo i carabinieri) molte questioni sull'eredità. Come allora ricostruito dagli uomini della Stazione di Ausonia coordinati dal maggiore Imbratta della Compagnia di Pontecorvo, le discussioni tra i due si sarebbero ripetute spesso, sempre per gli stessi motivi. Sarebbe maturata in questo contesto l'acredine che ha portato nell'aprile del 2014 al ferimento del fratello maggiore (65 anni), rappresentato dall'avvocato Gabriele Leone, da parte del fratello minore, di 56 anni. Poi la condanna in primo grado a 5 anni di reclusione per il cinquantaseienne, arrestato con l'accusa di "tentato omicidio aggravato e premeditato". E l'obbligo di firma. Fissata ora al 24 maggio l'udienza d'appello.
Nell'aprile del 2014 solo per poco la lite nata tra i due fratelli non finì in tragedia. Secondo i militari della Compagnia di Pontecorvo intervenuti nell'immediatezza il minore dei due avrebbe nascosto nella sedia a rotelle con cui si spostava almeno uno dei due coltelli per ferire suo fratello. Ancora una discussione, ancora per questioni ereditarie. Un diverbio divenuto sempre più violento. Tanto che le ragioni dell'uno e dell'altro sono sembrate ingigantirsi man mano che i toni si sono fatti insostenibili. Sarebbe stato a quel punto che il cinquantaseienne, dopo una prima colluttazione con un coltello da 5 centimetri, avrebbe sfilato dalla carrozzella un'altra lama da circa 25 centimetri. Feroce la colluttazione tra i due fratelli fino all'arrivo in casa della figlia della vittima, richiamata dalle urla e dal trambusto. Quindi il trasferimento del sessantacinquenne in ospedale, poi parte civile attraverso l'avvocato Leone nel processo di primo grado. A maggio l'appello.
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