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Intervista esclusiva al presidente della Regione Lazio

Regione, Francesco Rocca prenota il bis

«Collegamenti, servizi e sanità: abbiamo già invertito la rotta e proseguiremo»

Concentrato sul presente, proiettato nel futuro ma pure attento al passato. È un Francesco Rocca a tutto campo quello intervistato da Ciociaria Oggi e Latina Oggi. Sanità, rifiuti, trasporti, Consorzio industriale, conti pubblici: il presidente della Regione Lazio risponde in modo diretto. Dice chiaramente che intende restare «altri sette anni». Dunque si ricandiderà. E attacca frontalmente la passata Amministrazione, citando in modo costante Nicola Zingaretti e Daniele Leodori. «Il Lazio ha perso dieci anni», sintetizza. Nella libreria del suo ufficio c’è di tutto. Si notano sia un volume su Alberto Sordi che un’opera sui testi delle canzoni di Lucio Dalla. Ma anche un Atlante dello Spazio. E una collezione di fumetti di Corto Maltese. Nella vetrina del mobile molte foto che fanno capire come si sia snodata la vita professionale del presidente della Regione. Tra studi e impegni che molto hanno a che fare con la dimensione sociale. È stato per diversi anni presidente della Croce Rossa Italiana. Poi c’è naturalmente l’aspetto politico. Francesco Rocca nel febbraio 2023 è stato eletto presidente della Regione con il 53,89% dei voti, superando i candidati del centrosinistra Alessio D'Amato (33,49%) e del Movimento 5 Stelle Donatella Bianchi (10,75%). E riguardo al futuro non ha dubbi: intende ricandidarsi, «per continuare - spiega - un lavoro di rilancio che già sta dando risultati importanti: abbiamo invertito la narrazione».

Dopo quasi tre anni di mandato si può certamente fare un primo bilancio. Quali gli obiettivi centrati? E quali quelli mancati?
«Intanto abbiamo ridato fiato alle finanze della Regione. Il giudizio di parifica della Corte dei Conti è il risultato di un lavoro duro. Considerando l’eredità ricevuta dalla giunta Leodori-Zingaretti. Penso ai 23 miliardi di indebitamento della Regione. Penso al disavanzo nella sanità: 700 milioni di euro. Oggi abbiamo un avanzo di 120 milioni. Direi che abbiamo fatto i compiti a casa. Obiettivi mancati no. Forse qualcuno ancora non raggiunto per motivi burocratici. Ma li centreremo tutti».

Sulla sanità c’è stato lo scatto da lei più volte richiesto? Nei Pronto Soccorso non mancano criticità. E anche per i tempi di attesa di diversi esami diagnostici si registrano ritardi.
«Io lo scatto lo vedo. Eccome. Anche in questo caso un raffronto con l’eredità ricevuta da Leodori-Zingaretti-D’Amato. Sappiamo che tra l’entrata al Pronto Soccorso e il ricovero, il tempo massimo dovrebbe essere di 1.000 minuti. Quando ci siamo insediati eravamo a 1.700. A settembre 2025 siamo a 930 minuti. Per trovare un posto letto in sostanza. Liste di attesa: quando ci siamo insediati il 72% degli utenti effettuava gli esami diagnostici previsti nei tempi. Oggi siamo al 97,1%. Vuol dire che per 97 persone su 100 i tempi vengono rispettati. Ma visto che quel 3% che manca vuol dire decine di migliaia di prestazioni, abbiamo introdotto il “pass” di garanzia. I cittadini possono svolgere alcuni esami o con l’opzione intramoenia oppure rivolgendosi al privato. Con il rimborso della Asl. Stiamo migliorando un sistema che era allo sbando. E siccome ci sono casi di chi non si presenta all’appuntamento (determinando ritardi e disservizi), prevederemo delle sanzioni». 

Piano dei rifiuti. Quando si entrerà nel vivo? E come? Il termovalorizzatore di Roma che peso avrà? Verrà ripristinato il principio che ogni territorio dovrà avere una sua discarica? Su Frosinone e Latina si va verso la riapertura della Mad e il via libera a quella di Aprilia?
«In questo caso da Leodori-Zingaretti abbiamo ereditato un “non Piano”. Sui rifiuti abbiamo trovato il “Nulla”. Certamente verrà ripristinato il principio che ogni provincia dovrà avere la sua discarica. Avevamo chiesto alle Province di individuare i siti. Devo dire che non abbiamo ricevuto risposte. Nessun aiuto. Sono rimasto deluso. Stiamo facendo noi i compiti a casa per loro e porteremo il tema all’attenzione del consiglio regionale. Non è giusto e neppure corretto che oggi soltanto Viterbo si faccia carico dell’intero problema. Per non parlare dei costi allucinanti dello smaltimento fuori Regione o all’estero. Per quanto concerne il termovalorizzatore di Roma, la “perimetrazione” del tema è stata fatta attraverso una legge nazionale e quindi la competenza è del commissario Gualtieri. Nelle osservazioni che abbiamo effettuato c’è quella sul dimensionamento. Ma ripeto: la competenza è del commissario. Posso dire che di certo non intendiamo rinunciare alla raccolta differenziata. Siti idonei? Non accetterò la logica del “no nel mio giardino”. Roccasecca e Aprilia? Ripeto: il tema verrà affrontato in consiglio regionale».

Roma Capitale e Lazio dei territori. All’assemblea di Unindustria si è registrata una forte unità di intenti tra lei e il sindaco Roberto Gualtieri. Cortesia istituzionale o un lavoro concertato che supera le diversità politiche?
«Beh, la cortesia istituzionale è il minimo sindacale. Io lavoro con tutti i sindaci, guardando alle esigenze dei territori e delle comunità. Le svelo una cosa: tanti sindaci di centrosinistra mi hanno detto di non aver mai ricevuto risposte da Leodori-Zingaretti. Evidentemente il Pd non ha capacità di ascolto. Noi non abbiamo pregiudiziali ideologiche quando si devono governare i territori».

Cisterna-Valmontone, Roma-Latina, Frosinone-Latina. Lo sviluppo del Basso Lazio passa prima di tutto dalle strade.
«Si certamente. Le accelerazioni sulla Cisterna-Valmontone sono evidenti. Tra poco ci saranno le prime gare. La Roma-Latina arriverà poi fino a Fondi. Il ministro dei trasporti Salvini sta seguendo la situazione. Ma aggiungo altresì la Orte-Civitavecchia. Ribadisco: anche in questo caso nessuna programmazione in dieci anni da parte di Leodori-Zingaretti».

La Stazione Tav di Ferentino si farà? Nessun dubbio sulla volontà politica (soprattutto sua), ma il punto è: ci sono le condizioni economiche e relative al bacino di utenza? Le condizioni per convincere Ferrovie e Rfi, per essere chiari. Come mai nessuno ha analizzato, per convincere Rfi, al contestuale spostamento dell’aeroporto di Ciampino (che da anni si dice non poter rimanere a pochi metri dal centro della città)?
«Separiamo gli argomenti. Dell’ipotesi di un aeroporto civile a Frosinone (perché è questo il tema che lei mi ha posto) non si può parlare se prima non si dà certezza all’ipotesi di realizzare la Stazione Tav. Le risorse ci sono, il tavolo aperto al Ministero dei Trasporti è una cosa seria, ci siamo dati un cronoprogramma, che servirà per misurare l’azione politica. Sono ottimista. Se la Stazione Tav fosse stata individuata a Frosinone, sarebbe stato difficilissimo. Per i costi e non solo. Ma a Ferentino, nella peggiore delle ipotesi, parliamo di 130 milioni di euro. Il collegamento Frosinone-Roma in 28 minuti cambierà tutto. L’aeroporto civile potrebbe convincere più facilmente Rfi? Il discorso è questo: la provincia di Frosinone deve essere ben collegata a Roma a prescindere da altre valutazioni». 

La Zls e i 100 milioni che il Governo ha destinato alle imprese che impatto avranno sui territori? Ha approfondito il tema della gestione dei bandi? Le imprese chiedono snellezza e una gestione affidata allo stesso Consorzio.
«I 100 milioni sono una risposta forte. Certo che ho approfondito il tema della gestione. La risposta è la seguente: abbiamo trovato un Consorzio industriale (al quale stiamo dando un nuovo assetto normativo) guidato dalla politica. Noi abbiamo messo alla guida un economista, un professore universitario del livello di Raffaele Trequattrini. Il quale conosce i territori, li aiuta e saprà sicuramente gestire al meglio anche questa situazione. La Zona Logistica Semplificata verrà attivata a breve. Pure in questo caso venivamo dal nulla lasciato da Leodori-Zingaretti. La Zls sarà una risposta decisiva per le imprese».

Senta Rocca, ma perché insiste sempre su Leodori-Zingaretti?
«Perché fanno finta di essere stati di passaggio. Tutti sanno che Daniele Leodori (allora vicepresidente) era il vero Deus ex machina di quell’Amministrazione. Specialmente nel periodo in cui Nicola Zingaretti è stato pure segretario nazionale del Pd. Invece, ascoltando gli interventi di molti esponenti dell’opposizione, sembra che siano stati da un’altra parte. Che siano arrivati oggi e che non abbiano invece governato per dieci anni la Regione Lazio. A cominciare da Daniele Leodori».

L’unità del centrodestra è un valore aggiunto. Ma quanto è complicato mantenerla? Che rapporto ha con i partiti?
«Se fosse un monocolore sarebbe tutto più semplice (ndr: Rocca ride). Mettiamola così: ci sono segnali di vivacità politica. Ho ottimi rapporti con i partiti e so che si tratta di situazioni fisiologiche. Vorrei aggiungere una considerazione: potrei avere ottimi rapporti pure con le forze di opposizione, se non scegliessero la strada di una contrapposizione “barbara”. Evitando alcuni interventi che non ho trovato neppure intellettualmente onesti. Daniele Leodori lo sa che i rapporti potrebbero essere diversi, nel rispetto dei ruoli assegnati dagli elettori. Ma evidentemente non ne ha fatto tesoro».

Sempre convinto di candidarsi per il bis o magari sta pensando a prospettive… parlamentari?
«Premessa necessaria: il Governo guidato da Giorgia Meloni sta svolgendo un lavoro straordinario. Il sottoscritto ha la volontà di continuare a governare il Lazio per altri sette anni. Peraltro si è sempre detto che occorrono dieci anni (due mandati) per trasformare un territorio. La penso esattamente così. A parte ovviamente l’eccezione Leodori-Zingaretti: dieci anni di “Nulla”. Per quello che ci riguarda, i risultati stanno già arrivando. Torno un attimo sulla sanità: abbiamo assegnato 475 milioni di euro per la ricapitalizzazione delle Aziende sanitarie e attivato nuove modalità per la valutazione del fabbisogno di personale, che ci ha permesso di programmare quasi 11.000 nuove assunzioni e 3.300 stabilizzazioni. Nei giorni scorsi i dati del report Movimprese hanno confermato che il Lazio è la prima regione italiana per crescita imprenditoriale. È un risultato che testimonia la forza e la vitalità del nostro tessuto produttivo, capace di creare nuove opportunità di lavoro e di sviluppo economico. E uno studio Cisl dice che sono in crescita i redditi di lavoratori e pensionati. Dunque, più imprese e più occupati. Parlano i risultati». 

A proposito di elezioni regionali, come la vede in Campania?
«La vedo combattuta. Edmondo (ndr: Cirielli. È il candidato del centrodestra alla presidenza) è un combattente, un osso duro. Sono convinto che effettuerà una grande rimonta rispetto ai sondaggi iniziali. Ho buone sensazioni. Le contraddizioni del centrosinistra sono evidenti: hanno scelto il pentastellato Roberto Fico, contrario ai termovalorizzatori. Il Pd che dice?».

La tenuta dei conti pubblici è fondamentale per il Governo di Giorgia Meloni. Ma anche per la Regione Lazio.
«Il lavoro dell’assessore al bilancio Giancarlo Righini è fondamentale: dà garanzie assolute di stabilità dei conti. Come dimostrano i giudizi della Corte dei Conti e delle agenzie di rating. Mi addentro nell’aneddotica. Righini è stato il più votato di Fratelli d’Italia. Nella fase di formazione della giunta, lo chiamai e gli chiesi: tu cosa hai in mente? Mi rispose: mi piacerebbe la delega all’agricoltura. Gli dissi: va bene, ma facciamo anche il bilancio. Giancarlo Righini ha una capacità di visione politica fuori dall’ordinario. Ma devo fare i complimenti a tutti gli staff e agli uffici, sia del bilancio che dell’agricoltura. Anzi, allargando il discorso, i complimenti vanno formulati all’intera giunta. Stiamo suonando un bel concerto: tutti i musicisti sono in sintonia».

Il Basso Lazio è solo un’espressione geografica o può diventare qualcosa di più? Frosinone e Latina, insieme, hanno numeri di una Regione.
«Posso dire che all’espressione Basso Lazio preferisco quella delle province di Frosinone e di Latina. È una questione di affetto e di valorizzazione dei territori. In Ciociaria ci stiamo muovendo sulla questione delle Valle del Sacco. Le infrastrutture sono fondamentali. Collegamenti, servizi e sanità sono i fattori fondamentali per attrarre investimenti e programmare il futuro. Le due province scontano un’assenza di programmazione di dieci anni. Mi riferisco sempre a Leodori-Zingaretti. È necessario invertire il trend dello spopolamento e della “fuga” dei giovani. Specialmente in Ciociaria. Collegamenti, servizi e sanità: anche chi intende stabilirsi in un posto guarda a tali elementi».

Novo Nordisk. Come andrà a finire?
«Abbiamo incontrato i vertici aziendali, che hanno confermato la volontà di investire ad Anagni. Ci sono stati problemi legati al mercato e al crollo del titolo in borsa. Ci sono stati dimissioni e cambiamenti sia per quanto riguarda il ruolo di amministratore delegato che di consiglio di amministrazione. Ripeto: ci è stato assicurato più volte che non ci sono rischi e che non sarà attivata alcuna procedura collettiva, ma anzi che il sito di Anagni rappresenta una priorità di investimenti per il gruppo. I vertici dell’azienda farmaceutica hanno, inoltre, confermato che lo stabilimento di Anagni continuerà a rappresentare un punto di riferimento fondamentale per il network mondiale di Novo Nordisk, con la produzione di siringhe preriempite, flaconi e in particolare cartucce destinate ai trattamenti per il diabete e l’obesità. Precisando che quello spagnolo non è un investimento diretto dell’azienda, ma che si tratta di una collaborazione terziaria nata ancor prima dell’annuncio dei nuovi investimenti sul sito di Anagni e finalizzata all’acquisto di merci presso terzi».

Presidente, ma attacca Daniele Leodori perché pensa di ritrovarselo come avversario per la presidenza alle prossime elezioni?
«Ma no. Daniele Leodori è una persona simpatica. Le mie sono critiche politiche. Non so chi candiderà il centrosinistra. Magari uno dei Cinque Stelle, contrario al termovalorizzatore di Roma. Loro fanno queste cose pur di mettere insieme tutto e il contrario di tutto. Io mi presenterò al cospetto degli elettori a testa alta. Forte dei risultati che avremo ottenuto».

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