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L'insediamento

Il messaggio di pace del vescovo Santo Marcianò

La presa di possesso della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino. Presente il ministro Crosetto: «Vi consegno una cosa preziosa»

Una giornata di festa, di preghiera e di accoglienza. Un pomeriggio denso di emozioni, quello di ieri a Frosinone per l’inizio del ministero pastorale dell’arcivescovo Santo Marcianò nella diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino.
Un momento tanto atteso dalla comunità, e che ha visto una partecipazione straordinaria. Il vescovo ha indossato i paramenti liturgici nella chiesa di San Benedetto, da cui è iniziata la processione dei concelebranti sino alla cattedrale di Santa Maria. Qui il rito con la presa di possesso, seguito da migliaia di fedeli che hanno voluto assistere al toccante momento, anche attraverso la diretta mediante i maxischermi allestiti in piazza Santa Maria, nella chiesa della Santissima Annunziata e a piazzale Vittorio Veneto.

Una cerimonia religiosa curata con minuzia di dettaglio, animata dal coro diocesano diretto da Serenella Bracci (che insieme a Don Piotr Pawel Jura e Guido Iorio cura l’ufficio diocesano di musica sacra) accompagnato da Guido Iorio all’organo. Eseguiti brani liturgici classici, come “Ecce Sacerdos Magnus” di Lorenzo Perosi, e più moderni, come “Ecco il mio servo” di Marco Frisina.

Il primo ingresso in cattedrale dell’arcivescovo Marcianò (che manterrà il titolo anche a Frosinone) è stato il momento più atteso dai fedeli e il più significativo. Rivestito degli abiti vescovili consegnatigli dal vescovo emerito Ambrogio Spreafico, è “salito alla cattedra” per prendere possesso della diocesi. Grande commozione nel momento del passaggio del bastone pastorale tra Spreafico e Marcianò. Per l’omaggio dei rappresentanti della comunità diocesana all’arcivescovo appena insediato la scelta è caduta sul “Magnificat”. Nello stemma di monsignor Santo Marcianò è rappresentata l’immagine del pellicano che nutre i propri figli con il sangue sgorgante dal suo cuore. La simbologia cristologica del pellicano, uno dei simboli eucaristici per eccellenza, trae origine dall’“Adoro te devote”, antico canto eucaristico attribuito a San Tommaso d’Aquino.
Presenti all’evento solenne, oltre alle massime autorità religiose, militari e civili, anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, il senatore Maurizio Gasparri e il prefetto Ernesto Liguori. La presenza di Crosetto non è stata casuale. Infatti, bisogna ricordare che monsignor Marcianò lo scorso 1° luglio è stato nominato da Papa Leone XIV vescovo delle diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino e Anagni-Alatri dopo dodici anni di servizio come arcivescovo ordinario militare per l’Italia, tra il 2013 e il 10 aprile 2025, con la cura pastorale di tutti i reparti militari.

Così il ministro Crosetto ha parlato di monsignor Marcianò: «Perché siamo qua oggi? Perché Santo è un amico, e quindi vogliamo accompagnare questo amico nel suo ingresso a Frosinone. Io lo conosco da prima di diventare ministro. Vi consegniamo una persona con cui si può ridere e piangere, con cui si può scherzare o fare cose serie, con cui si può parlare e che non ti chiederà mai da dove arrivi, cosa hai fatto prima, cosa voti, da che parte stai. Io sono oggi qui soltanto per dirvi questo: vi consegniamo una cosa preziosa per la chiesa, e preziosa per noi. Se metterete cura, vi saprà rendere molto di più di quello che voi date».

Il vescovo Marcianò ha sottolineato: «Spero, anzi ne sono convinto, che faremo un cammino lungo, bello, concreto, per il bene di tutti. Mi aspetto frutti di pace. Uso questo termine in modo poliedrico, così come diceva papa Francesco: “Pace e giustizia, pace e spontaneità, pace e attenzione all’altro, pace e libertà, pace e amore, pace e carità”. Perché questo si aspetta ogni cittadino e ogni fratello» . E ancora: «Ho cominciato e ho imparato a conoscere il territorio già da subito, leggendo e incontrando le poche persone che ho avuto modo di incontrare prima dell’ingresso. Già ho detto che amo questo territorio, amo questa gente, e sarà un amore che andrà in crescendo».

Marcianò, durante l’omelia, ha affermato che baserà il suo programma pastorale su un’espressione pronunciata in un’omelia dello scorso 13 luglio da papa Leone a Castel Gandolfo: la “Rivoluzione dell’amore”.
La cerimonia ha avuto inizio nella sede comunale di palazzo Munari, dove il nuovo vescovo è stato accolto dal sindaco Riccardo Mastrangeli, dalla giunta e dal consiglio comunale. Il sindaco ha calorosamente accolto monsignor Marcianò quale nuovo vescovo della diocesi, sottolineando anche «il suo impegno profondo come ordinario militare per l’Italia, il suo ministero vissuto accanto alle donne e agli uomini delle Forze armate, in Italia e all’estero, in teatri di guerra e fra gli indifesi», e ha rivolto un sentito e commosso ringraziamento anche a monsignor Ambrogio Spreafico «che ha guidato la nostra diocesi con sapienza, dedizione e spirito di servizio per diciassette anni.

Il suo episcopato è stato caratterizzato da un profondo impegno pastorale, da una grande attenzione ai temi della pace, del dialogo interreligioso, della giustizia sociale e dell' ambiente. Monsignor Spreafico ha incarnato il Vangelo con discrezione e forza, ha saputo ascoltare e farsi prossimo soprattutto verso chi vive in condizioni di fragilità, economica o esistenziale. La nostra città e l’intera diocesi gli devono molto».
Anche la comunità Nuovi Orizzonti si è unita nell’accogliere il nuovo vescovo. «Accogliamo monsignor Marcianò con cuore aperto e in preghiera, certi che il suo arrivo rappresenti un dono prezioso per il nostro territorio e per l’intera comunità ecclesiale», ha dichiarato la fondatrice Chiara Amirante. Una giornata, quella di ieri, che rimarrà indelebile nel cuore e nella memoria di tutta la comunità frusinate.

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