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Frosinone

Palestra Coni. Riqualificazione ferma al palo

Dopo la firma del protocollo d’intesa nessun passo in avanti per la riqualificazione del palazzetto. Di certo c’è solamente l’esplosione del quadro economico per i lavori: da 543.000 euro a 1,8 milioni

La riqualificazione della palestra Coni di via Mola Vecchia sembra essersi incagliata su un binario morto, nonostante le continue rassicurazioni che echeggiano nei corridoi del Comune e nella sala del Consiglio comunale, specialmente nelle sedute di question time. Quello che doveva essere un progetto di rinascita per un impianto storico, punto di riferimento per le realtà sportive locali, si è trasformato in un rompicapo economico e burocratico. La strada, già tortuosa, si è fatta ora ripidissima: le stime iniziali di 543.000 euro, fissate nel 2021, sono un ricordo sbiadito. I tecnici, analizzando lo stato di degrado della struttura e l’impennata dei costi di materiali e manodopera, hanno sentenziato che per riportare a uno stato decente e funzionale la palestra servono 1,8 milioni di euro. Una cifra che ha lasciato tutti a bocca aperta, ma che, per molti, non è stata una sorpresa.

Chiusa dal 2018 per volere di “Sport e Salute” (ex Coni), che ne ha reclamato la gestione strappando le chiavi al Comune, la palestra era il cuore pulsante di tante piccole associazioni sportive. Qui trovavano casa allenamenti e sogni di giovani atleti. Il progetto di rilancio, annunciato con squilli di tromba nel 2021, prevedeva una collaborazione virtuosa tra Comune, Regione Lazio e “Sport e Salute”. Ma dopo la firma del protocollo, avvenuta solo pochi mesi fa, tra proclami e strette di mano, è calato il silenzio. Nessun cantiere, nessun passo concreto. Solo un’attesa che sa di beffa. Negli scorsi mesi, nell’imminenza della firma del protocollo d’intesa alcuni consiglieri avevano alzato la mano per segnalare che il budget iniziale era un’illusione. Tra questi, Angelo Pizzutelli (tra i promotori dell’accordo nel 2021, un accordo che all’epoca aveva un senso con quel quadro economico iniziale) e Pasquale Cirillo, presidente della commissione sport, avevano messo in guardia l’allora delegato allo sport Francesco Pallone: i 543.000 euro non sarebbero bastati, schiacciati dall’aumento dei costi di costruzione. Ma Pallone aveva sempre rassicurato sull’impegno di “Sport e Salute” forte anche, è giusto ricordarlo, degli accordi scritti. Cirillo, in particolare, aveva battuto il tasto del realismo, proponendo un emendamento alla delibera consiliare per blindare il Comune da eventuali spese extra. La sua idea era chiara: legare la firma dell’accordo all’impegno di “Sport e Salute” di coprire ogni costo aggiuntivo, evitando sorprese per le casse pubbliche. Ma la proposta fu accantonata, non senza tensioni. Si dice che, in una seduta di giunta, la notizia dell’emendamento avesse scatenato reazioni al calor bianco, con qualche consigliere che avrebbe perso le staffe, trasformando la sala in un’arena di nervi tesi.

Oggi, il verdetto dei tecnici ha dato ragione a chi predicava prudenza. La cifra di 1,8 milioni di euro è un macigno che mette in discussione l’intero progetto. E qui sorge il grande interrogativo: perché “Sport e Salute” dovrebbe sborsare una somma così ingente per un impianto che non considera strategico? L’ente, che in passato ha persino inserito la palestra in un piano di dismissioni, si trova a un bivio: investire o abbandonare? La risposta non è scontata, e il Comune, in attesa di segnali da Regione e “Sport e Salute”, sembra un pugile all’angolo, incapace di dettare il ritmo. Il tempo, intanto, gioca contro. I tre anni trascorsi tra l’intesa del 2021 e il protocollo del 2024 hanno dilatato i costi e le incertezze, lasciando la città in un limbo di speranze infrante. Cirillo, con un misto di amarezza e sarcasmo, ha più volte ricordato, nel recente passato, come le sue perplessità siano state liquidate come disfattismo. Eppure, il problema non è mai stato la volontà di riqualificare, ma l’approccio, troppo ottimistico e poco ancorato alla realtà.

La palestra, ha sottolineato spesso, è un bene prezioso per Frosinone, ma il quadro economico e le intenzioni di “Sport e Salute” sollevano dubbi pesanti. Le rassicurazioni del sindaco Mastrangeli, che garantivano l’impegno dell’ente proprietario, suonano oggi come eco lontane. Cosa accadrà ora? Difficile dirlo. “Sport e Salute” ha davvero interesse a investire in un immobile che vorrebbe cedere? E quali mosse farà il Comune per sbloccare l’impasse? Adesso si attende di vedere se le promesse troveranno concretezza o se, come in tanti temono, la città dovrà accontentarsi di un’altra delusione. Intanto, le associazioni sportive restano orfane di un luogo che era più di una palestra: era un simbolo di comunità. Frosinone spera, ma il rischio è che la speranza si trasformi in rabbia, mentre la palestra Coni resta un sogno inceppato, schiacciato da costi proibitivi e da un’attesa che non sembra avere fine. L’autunno sarà decisivo.

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