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La guerra sporca

L’Ira e il doppio gioco. La vita da film di Freddie Scappaticci

Sul figlio di immigrati della Valcomino ai vertici del gruppo l’operazione Kenova indaga ancora su omicidi e rapimenti

Se fosse un romanzo di John le Carré potrebbe essere “La spia venuta dalla Valle di Comino”. Se fosse un film di Alfred Hitchcock sarebbe “L’uomo che visse due volte”. Alfredo “Freddie” Scappaticci, “Scap” o “Stakeknife” è morto, a 77 anni, un giorno imprecisato dell’aprile di due anni fa, prima di Pasqua, senza che sia stata specificata la causa del decesso. Ma il suo nome continua ad aleggiare come doppiogiochista nel rapporto inglese Kenova. Una vita nella Provisional Ira, l’esercito repubblicano irlandese che combatteva contro l’esercito britannico per la riunificazione del Nord Irlanda con l’Irlanda repubblicana, ma anche come spia dell’intelligence del Regno Unito.

Chi aveva ancora dubbi sulla sua morte in queste settimane avrà avuto una prova decisiva: l’Alta Corte di Londra, in un’udienza segreta, il 21 luglio, ha stabilito che il testamento di Freddie rimanga segreto per 70 anni. E cioè fino al 2095. Superata anche la questione che potesse essere di legittimo interesse per i media. Un onore, quello del testamento segreto, destinato solo a pochi, come i membri della casa reale britannica. Freddie Scappattici era un uomo di Belfast. Un figlio o meglio nipote di emigrati che dalla Valcomino, per la precisione da Casalattico, sono andati in Irlanda. Era un “casalezze” come li chiamano in Irlanda. Suo padre Donato detto Daniel o “Danny” era un gelataio ambulante. A Belfast era arrivato il nonno di Fred, Bernardo con la moglie Maria Celeste Elisabetta Magliocco. Donato, il padre di Freddie, nasce il 13 gennaio 1919 e farà il gelataio come il padre. Scap nasce il 12 gennaio 1946 e cresce nel quartiere Markets di Belfast, in un ambiente fortemente nazionalista. Fa il muratore e gioca, anche con buoni risultati, a calcio. In gioventù fa un provino per il Nottingham Forest, segnalato, nel 1962, dall’ex giocatore del Manchester United e nazionale irlandese Johnny Carey. «Era un gran giocatore» si ricorda nel libro “La guerra sporca di Stakeknife” di Richard O’Rawe , ex membro dell’Ira, basato su racconti di vecchi compagni di lotta. A Nottingham gli dissero di perdere peso, ricordava un amico di Scap. Lui, intanto, si sposa con un’irlandese dalla quale avrà sei figli. Viaggerà anche in Europa, a Venezia, in Francia e in Italia e poi negli Stati Uniti.

Entra presto nel movimento rivoluzionario che, durante i Troubles avrebbe insanguinato l’Ulster nella lotta tra la minoranza cattolica e repubblicana e gli unionisti fedeli alla corona. È una guerra senza esclusioni di colpi. E Scap fa il suo. Scala le gerarchie fino a raggiungere i vertici dell’organizzazione. Si dice che una recluta non entrava nell’Ira se Scap non avesse dato l’assenso. Ma, al tempo stesso, compie un percorso parallelo nei servizi segreti britannici. Anzi, pare che Stakeknife sia stato l’agente segreto britannico più alto in grado all’interno dell’Ira, reclutato dalla Force Research Unit. Anche se oggi altri ex dell’Ira sostengono che gli inglesi siano riusciti, nel tempo, a reclutare combattenti più alti in grado di Scap, e mai scoperti. Freddie fu a lungo sospettato di essere un informatore. Ma, a differenza di altri nella stessa condizione, non fu ucciso.

In base al rapporto “operazione Kenova”, nato proprio da questo scandalo, i servizi britannici (che lo pagavano 80.000 sterline all’anno) erano pienamente a conoscenza di quando e come Freddie avrebbe colpito. Si parla di quattordici rapimenti e quindici omicidi per i quali non è mai stato condannato, va aggiunto. Scap, dal canto suo, finché è rimasto in vita ha sempre negato ogni coinvolgimento e di essere Stakeknife. Eppure il suo nome resta al centro dell’inchiesta. Che, durata otto anni e costata quasi 45 milioni di euro, è stata presentata l'anno scorso. Alcune famiglie delle vittime hanno avviato delle cause.

Scappaticci è considerato uno delle “Nutting squad”, l’unita di controspionaggio dell’Ira, di cui fu vice capo. L'unità dava la caccia e colpiva gli informatori all’interno dell’organizzazione. Fino al punto di uccidere i traditori (o presunti tali) con il beneplacito - questo è il sospetto - dei servizi britannici che, secondo alcuni testimoni, erano sempre avvertiti da Scap. Essere un informatore, un “tout” nel linguaggio nordirlandese, equivaleva a scavarsi una fossa. Prima o poi la sentenza di morte sarebbe stata eseguita. Pare che Scap fosse piuttosto brutale negli interrogatori dei sospetti di tradimento. «La maggior parte delle vittime aveva due fori di proiettile nella parte posteriore della testa, il secondo dei quali garantiva l’uccisione», scrive O’Rawe nella Guerra sporca di Stakeknife.

Come il “casalezze” sia passato dall’altra parte, nel 1978, è un mistero. C’è chi dice che è stato a causa di una punizione esemplare subita dai capi dell’Ira, o a causa di una minorenne, o di una relazione con la moglie di un alto esponente dell’Ira o per la sua passione per il gioco o per degli investimenti immobiliari. Peraltro Freddie, in carcere, a Long Kesh (dove fu rinchiuso e morì anche Bobby Sands, figura iconica del movimento repubblicano) aveva fatto amicizia con Gerry Adams, uno dei leader più carismatici e futuro presidente dello Sinn Fein, di cui, negli anni ‘80 fu anche guardia del corpo. Eppure Scap era sospettato di essere dietro l’individuazione e la successiva uccisione di una cellula dell’Ira a Gibilterra o di alcuni arresti eccellenti di “provos”.

Negli anni ‘90 le cose si complicano. Si viene a sapere che i servizi britannici, pur garantirsi una pedina chiave all’interno dell’Ira, non abbiano mosso un dito per salvare altri informatori o quanti potevano compromettere Scap. Nel 1993 i servizi intervengono per salvare un altro infiltrato di livello, in rotta di collisione con Scap. È l’inizio della fine. Scappaticci viene arrestato, poi rilasciato grazie a un falso alibi e riportato in Inghilterra dove gli offrono protezione. Ma lui rifiuta e torna a Belfast. Lo fa per negare pubblicamente di essere un collaborazionista. Una versione che fa comodo a tutti. Al punto che l’Ira, dieci anni più tardi, ne avrebbe incoraggiato la fuga definitiva. Per molto tempo di Scap non si saprà nulla. Forse è in un programma inglese di protezione testimoni. Qualcuno sospetta fosse negli Usa, altri in Italia, magari proprio in Valcomino. A Belfast lo rivedranno in occasione dei funerali del padre, morto a 98 anni. Infine, il nuovo arresto, nel 2018, ad opera della squadra di Kenova, in concomitanza con l’arresto eccellente di una spia che aveva fatto il percorso inverso, infiltrandosi tra i lealisti. Sempre del 2018 una condanna, a tre mesi, l’unica - ricordano l’Irish Times e la Guerra sporca di Stakeknife - per possesso di materiale pornografico estremo.

Dopo la morte di Scap (forse sotto il falso nome di Frank cowley), l’allora capo dell’operazione Kenova Jon Boutcher dichiara: «Siamo consapevoli che ora le persone potrebbero sentirsi maggiormente in grado di parlare con il team Kenova dopo la morte del signor Scappaticci, che era stato a lungo accusato da molti di essere coinvolto nel rapimento, nell’omicidio e nella tortura di potenziali informatori». Peraltro l’attuale capo di Kenova, Sir Iain Livingstone, ha aggiunto: «È profondamente deplorevole che del materiale sia stato scoperto e divulgato dopo la conclusione della fase investigativa di Kenova e dopo che il direttore della pubblica accusa per l’Irlanda del Nord aveva preso decisioni in merito alle azioni penali nei casi Kenova. Le circostanze e la rilevanza del materiale non divulgato faranno parte del rapporto finale di Kenova, la cui pubblicazione è prevista entro la fine dell’anno». Sono una trentina le persone, tra cui ex poliziotti, ex militari e persone legate all’Ira, per le quali si valuta un’azione penale per accuse che vanno dall’omicidio al rapimento, a seguito dell’indagine Kenova.

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