Spazio satira
La ricorrenza
25.04.2025 - 18:20
In occasione dell’ottantesima Festa della Liberazione, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha partecipato questa mattina alle celebrazioni ufficiali nella città di Ferentino. Ad accoglierlo, il sindaco Piergianni Fiorletta e il vescovo Ambrogio Spreafico, insieme alle più alte cariche militari, civili e del mondo associazionistico del territorio.
Il ministro ha deposto una corona di alloro al Monumento dei Caduti, in località Vascello. La cerimonia si è poi spostata nella chiesa di Sant’Ippolito, dove c’è stato l’omaggio con una composizione floreale alla tomba di don Giuseppe Morosini, sacerdote e partigiano, insignito della medaglia d’oro al valor militare, fucilato il 3 aprile 1944 a Forte Bravetta, in provincia di Roma, da un plotone di esecuzione della Polizia Africa Italiana (PAI). Durante la cerimonia, Tajani ha sottolineato il valore simbolico della ricorrenza, dichiarando: «Questa giornata rappresenta un momento di pace, di ricordo ma anche di impegno per il futuro, perché la libertà, una volta conquistata, deve essere difesa ogni giorno. Il 25 aprile è una festa di tutti, capace di unire gli italiani sotto la stessa bandiera, al di là delle appartenenze politiche. Non si può sminuire un impegno così forte e corale degli italiani come fu la guerra di Liberazione dal nazifascismo, come se fosse un merito di una fazione o di un’altra. Il 25 aprile rappresenta ed è una vittoria per tutti».
Il ministro Tajani ha voluto ricordare don Morosini con queste parole: «Don Giuseppe Morosini è stato un sacerdote che ha combattuto in prima linea per liberare il nostro Paese dall’occupazione nazifascista. Fu cappellano militare durante gli anni della guerra e, dopo la fatidica data dell’8 settembre 1943, scelse di continuare a svolgere il suo ruolo tra i militari italiani che si opponevano ai tedeschi. Venne arrestato, incarcerato e costretto a confessare, ma non tradì mai la sua causa, nemmeno a costo della propria vita. Fu infine fucilato con un colpo di rivoltella alla testa. Lo stesso ex presidente della Repubblica, Sandro Pertini, rimase colpito dal coraggio di questo sacerdote ciociaro. È giusto ricordare don Morosini, che ha dato la vita per la patria e, soprattutto, per restare accanto ai militari italiani che hanno combattuto per la libertà. È stato lui a ispirare il personaggio di don Pietro Pellegrini nel celebre film “Roma città aperta”, accanto alla grandissima Anna Magnani, e interpretato magistralmente da Aldo Fabrizi. È quindi una figura che va ricordata – ha concluso Tajani – non solo perché figlio di questa terra, ma perché esempio di coraggio e simbolo di tanti altri sacerdoti che, pur nell’ombra, hanno fatto la differenza. Don Morosini non è stato solo un prete, ma un eroe».
Non è mancato poi, un pensiero rivolto a Papa Francesco, venuto a mancare lunedì scorso. «L’ultimo incontro che ebbi con lui risale alla mia visita in Argentina – ha dichiarato il vicepremier – Parlammo a lungo e gli chiesi come valutasse la situazione nel Paese. In quell’occasione, il Santo Padre non volle organizzare un incontro a porte chiuse solo con me, ma chiese anche ai miei collaboratori, che mi avevano accompagnato in quella giornata, di partecipare e sedersi vicino, esclamando che su questioni come questa non ci sono segreti. Papa Bergoglio voleva parlare con tutti. In occasione dei quattrocento anni dalla nascita della Congregazione di San Vincenzo de Paoli, Papa Francesco espresse la sua meraviglia nel vedermi accanto ai ragazzi della “Comunità in dialogo” di Trivigliano, l’associazione vincenzina di padre Matteo Tagliaferri, nata per accogliere giovani con varie dipendenze, assistendoli nel loro percorso di recupero e reinserimento nella società. Papa Francesco rimase colpito dal fatto che un politico fosse tra gli ultimi, tra chi soffre. D’altronde – ha concluso Tajani – il Santo Padre ci ricordava sempre che la missione più importante per noi politici fosse quella di stare accanto a chi non ha voce. Continueremo a portare con noi questo insegnamento per il futuro».
Il sindaco Fiorletta ha infine espresso una profonda riflessione su questa giornata: «Il 25 aprile è una data di fondamentale importanza, poiché celebriamo oggi gli ottant'anni dalla Liberazione dal nazifascismo. Abbiamo scelto di ricordare questa giornata alla presenza del nostro concittadino Antonio Tajani, per fare memoria degli anni più difficili della guerra. Ma anche per riflettere sul valore di un mondo in cui si vive in pace, dove si rispetta la democrazia e i principi che hanno contribuito a creare la nostra Costituzione»
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