Spazio satira
Frosinone
27.12.2024 - 16:04
Vedere sui volti di centinaia di persone la serenità e la gioia perché si sta semplicemente “insieme” è uno dei regali più belli che si possa fare o ricevere. Tanti tavoli “imbanditi” di amicizia, rispetto, solidarietà, amore, dove insieme a pasti caldi, dolci tradizionali, a prevalere è stata la famiglia. La grande famiglia formata da uomini, donne e bambini che grazie alla Comunità di Sant’Egidio ha vissuto il giorno di Natale in serenità, insieme all’esercito di volontari, di persone che hanno voluto trascorrere un giorno speciale nel segno della fratellanza, dell’amicizia, mettendosi in un tempo difficile a servizio degli ultimi.
Quasi cento ospiti hanno partecipato, anche quest’anno, al pranzo di Natale organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio di Frosinone nel cuore della città, nella chiesa Ss. Annunziata. Con loro anche il vescovo diocesano, monsignore Ambrogio Spreafico. Una tradizione, quella del pranzo, partita nel lontano 1982 dalla basilica di Santa Maria in Trastevere, che oggi raggiunge duecentocinquantamila poveri in tutto il mondo. «È un giorno particolare - sottolinea don Paolo Cristiano della Comunità di Sant’Egidio - perché chi è solo o bisognoso sente ancora di più la pesantezza della solitudine, dell’esclusione, del bisogno materiale e spirituale, come, del resto fu a Betlemme duemila anni fa, quando, nota con amarezza la Bibbia, non ci fu alcun posto per accogliere il Salvatore e i suoi genitori venuti da lontano. La Comunità, del resto, si è lasciata guidare dalle parole di Gesù, che disse: “Quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti” (Lc 14,13). In effetti, chi ha organizzato con cura la tavola imbandita, riscoprendo questa dimensione del Natale, ha un grande sorriso sul volto, che testimonia proprio questa beatitudine, una felicità profonda, impossibile da trovare nei riti del consumismo. Si tratta di adulti che frequentano Sant’Egidio da anni, ma anche di giovani studenti del liceo o dell’università, di genitori e figli, venuti dal capoluogo o da altri luoghi. Alcuni sono venuti perfino da Latina, pur di trascorrere questo giorno con i meno fortunati».
«La particolarità del pranzo di Natale della Comunità, come ebbe a dire papa Benedetto, è che si confonde chi serve con chi è servito: anziani soli, intere famiglie di italiani o di migranti provenienti da Nigeria, Senegal, Marocco, Romania, minori non accompagnati giunti dalla Tunisia - ha evidenziato la dottoressa Loredana Piazzai, responsabile della Comunità di Sant’Egidio di Frosinone - che hanno iniziato percorsi di studio e di inserimento lavorativo, disabili ed altri ancora. La povertà non ha frontiere e la crisi economica, che colpisce il territorio, si nota tra i frequentatori della mensa diocesana, con annesso dormitorio maschile, per chi ha perso la casa, o non l’ha mai avuta. Ricco il menù, con antipasti di formaggi freschi, sottaceti e salumi, una lasagna offerta dall’Hotel Garibaldi, pollo (anche in versione halal per gli amici mussulmani) e patate, frutta e dolci regalati dalle pasticcerie Dolcemascolo e Totò, dal vicino bar “il Minuetto” e, per finire, una simpatica lotteria con cesti alimentari».
Ognuno ha ricevuto, dalle mani di Babbo Natale e dei suoi aiutanti, un regalo personalizzato con il proprio nome, che «come ha voluto ricordare il vescovo Ambrogio, seduto alla stessa mensa, è segno che Dio conosce ed ama ciascuno di noi. Commuoventi le storie di alcuni bambini - hanno aggiunto la dottoressa Piazzai e don Paolo - che hanno espresso il desiderio di poter reincontrare il padre, attualmente in carcere, o di giovani donne straniere, che lottano contro una burocrazia spietata: lungaggini infinite per ottenere il permesso di soggiorno, o la conversione di una laurea in informatica, di chi parla fluentemente tre lingue e sta perfezionando l’italiano, dimostrando così una cultura invidiabile e la voglia di integrarsi nel nostro Paese, nonostante tanti ostacoli. In questi giorni di festa la Comunità ha previsto altri pranzi natalizi o distribuzione di doni, in diversi luoghi della provincia, dal carcere di Frosinone, alla chiesa di San Francesco in Ferentino, fino alle RSA di Fiuggi, di Veroli e di Patrica, per raggiungere il cuore di tanti. Un Natale, dunque, all’insegna della speranza, tema del prossimo Giubileo voluto da papa Francesco, con una tavola larga quanto il mondo».
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