Frosinone
16.11.2024 - 13:59
Fanno ben sperare i primi esiti di indagine nell’ambito del Sin Valle del Sacco. L’accordo di programma tra Regione Lazio e ministero per l’Ambiente comincia a produrre risultati tangibili, aprendo la strada alla possibile riperimetrazione del sito. I confini potrebbero essere, infatti, ridefiniti, escludendo le aree non più contaminate, che erano state incluse in maniera cautelativa. É quanto emerso dal convengo “Accordo di programma nel Sin bacino del fiume Sacco – Stato dell’arte sugli interventi”, organizzato in collaborazione con gli ordini provinciali degli architetti e degli ingegneri, che si è tenuto ieri al teatro Vittoria di Frosinone. L’incontro è stato indirizzato a fare il punto sullo stato di avanzamento della bonifica e degli interventi messi in campo dalla Regione, insieme ad Arpa, agli enti scientifici e alle province di Roma e Frosinone.
Un focus importante ha riguardato, poi, l’ex discarica di via Le Lame. «Con la collaborazione della Provincia e del Comune di Frosinone – ha sottolineato Ghera – sono stati fatti passi avanti anche su alcuni ostacoli che impedivano di fatto l’avvio degli interventi previsti per uno dei siti che maggiormente preoccupano, la ex discarica “Le Lame”. Nei prossimi giorni si potrà dare avvio alle prime operazioni propedeutiche alla definizione dell’analisi di rischio per poi procedere ad attuare la bonifica – ha aggiunto – Un ulteriore step, che porta al 90% gli interventi specifici sui siti avviati. L’impegno preso, assieme alle istituzioni nazionali, è di intervenire sulle aree inquinate e allo stesso tempo monitorare la salute dei cittadini – ha concluso – come confermano i risultati derivanti dagli studi del Dipartimento di Epidemiologia».
Al convegno hanno partecipato anche il sindaco di Frosinone, Riccardo Mastrangeli e il direttore regionale del dipartimento “Ciclo dei rifiuti” della Regione Lazio, Wanda D’Ercole, che ha illustrato lo stato di attuazione del programma nel Sin. «Tutto quello che era previsto nell’accordo di programma – ha ribadito D’Ercole – oggi è in fase di definizione. Questo ci consentirà di cominciare a interloquire con il ministero per avere la possibilità di rivedere la perimetrazione del Sin».
Presente, tra gli altri, anche il Sub commissario unico per la bonifica delle discariche abusive e siti contaminati, il colonnello dei carabinieri Aldo Papotto. «I quarantadue Sin sul territorio nazionale, che includono più di 150.000 ettari – ha detto – sono quarantadue bombe ecologiche da disinnescare. Oggi è una giornata importante perché registriamo dei progressi per un Sin molto importante, che coinvolge molti comuni. E non sempre i Sin registrano progressi nella propria procedura di definizione della problematica – ha precisato – Si tratta evidentemente di una problematica ambientale che impatta fortemente sui cittadini. Un progresso, quindi, che riguarda un Sin rappresenta una buonissima notizia».
A concludere i lavori il deputato di Fratelli d’Italia Massimo Ruspandini: «Questo incontro – ha detto – rimette al centro una questione che è stata, a mio avviso, negli anni trattata molto male. Da una parte c’è stata un’eccessiva industrializzazione a ridosso del boom economico – ha precisato – e subito dopo i danni ambientali, evidentissimi. Ci siamo quindi lasciati andare, anche per rincorrere un ambientalismo in maniera sicuramente eccessiva, alla costruzione di un Sin che è diventato, però, una vera e propria prigione anche per gli insediamenti produttivi – ha continuato – Oggi finalmente stiamo, con equilibrio, provando a risolvere la situazione. Certo – ha concluso – c’è ancora tanto lavoro da fare, ma di fatto credo che l’approccio sia il più giusto e il più coerente, mettendo insieme le varie anime per poter restituire alla nostra provincia un contributo importante da cui ripartire».
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione