Spazio satira
Stellantis
26.03.2024 - 17:00
Una linea di montaggio della fabbrica
Due ore di riunione e un nulla di fatto. Sindacati ed esecutivo delle Rsa si sono trovati faccia a faccia con l'azienda, a partire delle 16.30 di ieri, con l'obiettivo di stipulare l'accordo di stabilimento sulle fuoriuscite incentivate, su base volontaria, nelle more dell'intesa quadro firmata a livello nazionale. Una sorta di contrattazione di secondo livello per aderire ai maxi incentivi all'esodo messi sul piatto dalla multinazionale per adeguarsi a nuovi parametri occupazionali dettati dalla transizione.
Ma, alla fine, ognuno è tornato a casa senza aver apposto la firma in calce al documento.
La dirigenza aziendale ha ribadito che lo stabilimento conta, ad oggi, un esubero di 870 dipendenti. E i numeri tornano: 350 sono i lavoratori cassinati "spediti" in trasferta, i restanti vengono posizionati in cassa integrazione, a rotazione. E chi si trova sulle linee di montaggio lo fa con i contratti di solidarietà.
Per portare a casa l'accordo si era arrivati a quota 560 ma il numero è apparso ugualmente elevato a fronte di "soli" 200 operai che hanno raggiunto i requisiti per l'esodo incentivato collegato alla pensione.
Nulla di fatto, allora. Nessun accordo. E, al termine della riunione, il segretario provinciale della Uilm, Gennaro D'Avino, ha tuonato: «Il nostro sindacato non firmerà mai un accordo con un numero di 560 operai.
Riteniamo che, ad oggi, il numero massimo è di 200 lavoratori perché sono coloro che hanno i requisiti per l'esodo incentivato di collegamento alla pensione. Qualora fosse necessario in futuro incrementare il numero di lavoratori che volontariamente volessero accedere all'esodo, sarà indispensabile ragionare e concordare un nuovo percorso.
La Uilm Frosinone non intende sottoscrivere alcun accordo che preveda numeri diversi».
Ed è sempre D'Avino che argomenta: «Il territorio è già sotto assedio per la cig. Eravamo convinti che con gli annunci dei nuovi modelli, i numeri potessero essere diversi. Non dobbiamo dimenticare che i lavoratori stanno già pagando il passaggio all'elettrico con il turno unico e con gli stipendi che ne derivano. Continuano a perdere salario. E quello che sta succedendo nella fabbrica ha ricadute su tutto l'indotto: le piccole aziende continuano a sparire mentre le grandi stanno facendo difficoltà ad arrivare alla data del 2025».
Fermi produttivi
Intanto Stellantis ha comunicato fermate produttive per il 2, 3, 4 e 5 aprile nei reparti di lastratura, verniciatura e montaggio mentre le presse saranno ferme il 30 e il 31 marzo.
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