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La decisione

Il Comune di Frosinone esce dal piano di rientro

La Corte dei conti ha sancito l'uscita dalla procedura di riequilibrio finanziario dell'ente pubblico

«L'obiettivo finale si può ritenere sostanzialmente raggiunto, con una chiusura legittima del piano di riequilibrio secondo cronoprogramma». Con questa formula, contenuta al punto 13 della deliberazione 34 del 2024, la sezione regionale del Lazio della Corte dei conti ha sancito, in pratica, l'uscita del Comune di Frosinone dal piano di rientro dai debiti iniziato nel 2013. Oltre dieci anni di sacrifici, che sono arrivati a un approdo felice.

Un esito che conferma la bontà della scelta operata all'epoca nelle consiliature dell'ex sindaco Nicola Ottaviani e proseguita dall'amministrazione Mastrangeli con l'assessore al bilancio Piacentini, con la quale si decise di portare avanti, con l'appoggio della giunta e del Consiglio, l'opzione del riequilibrio finanziaro, anche per tutelare l'ente, i cittadini e le imprese creditrici del Comune, invece della dichiarazione di dissesto, che sarebbe stata, sicuramente, la scelta più facile, ma anche quella meno garantista nei confronti di una vasta gamma di soggetti.

Un vittoria personale dell'ex primo cittadino Nicola Ottaviani, oggi segretario della commissione Bilancio della Camera dei deputati, delle sue amministrazioni e dei suoi successori che hanno completato l'ultimo tratto. La Corte dei Conti, nel dispositivo del provvedimento, ha riscontrato la tempestività delle misure correttive, ha accertato la non inadeguatezza delle stesse e ha certificato il raggiungimento dell'obiettivo pur specificando che è necessaria la verificazione della sostenibilità dell'assorbimento del disavanzo residuo in fase di rendicontazione 2023 e in fase di successiva verifica degli equilibri.

Tuttavia, i magistrati contabili hanno voluto puntualizzare che «la situazione finanziaria rimane» comunque «delicata ed aleatoria» per una serie di profili «ragione per la quale il controllo dovrà essere di nuovo svolto agli esiti della rendicontazione 2023». Quali sono le situazioni da tenere ancora sotto controllo? Innanzitutto, bisogna premettere che si partiva, nel piano di riequilibrio finanziario plurienale, da -14.676.605 euro, ridotti poi a -11.664.996,49 per l'effetto di una generalizzata transazione coi creditori, senza contare 35 milioni di debiti fuori bilancio che sono stati estinti per cassa, attraverso le anticipazioni straordinarie di liquidità.

Ora l'attenzione è focalizzata sul fatto che «l'accantonamento sul risultato di amministrazione presunto applicato nel bilancio è superiore a quello oggetto di accertamento nella deliberazione 100/2023/PRSP e in sede di bilancio 2023-2025 il Comune ha utilizzato due strumenti di copertura: da un lato, il ricorso a due mutui le cui procedure sono già state attivate e risultano in itinere a copertura del debito con "Delta Lavori"; dall'altro, una rateizzazione contabile dell'accantonamento su cui esiste già l'accordo con i creditori». In pratica quasi 5 milioni da pagare derivanti da sentenze di condanna in sede civile per l'appalto Monti Lepini.

«Per quanto concerne il primo dei due mutui - si legge nella delibera della Corte dei conti - il Comune ha precisato che l'istruttoria creditizia con CDP S.p.A. non si è ancora completata, benché la stessa abbia comunicato, seppur in via informale, una valutazione positiva della "bancabilità" dell'Ente. L'istruttoria non si sarebbe completata per problemi tecnici in via di risoluzione. Per quanto concerne la rateizzazione del pagamento alla Delta Lavori, l'Ente ha inviato i provvedimenti di autorizzazione alla rateizzazione e l'accordo con la ditta creditrice che ha accettato la proposta, pur non rinunciando alle ulteriori pretese giudiziali. Il Comune evidenzia, inoltre, e, nuovamente, che sono ancora in corso le procedure di riconciliazione con la Regione Lazio, sul credito di garanzia che il Comune vanterebbe per il contratto oggetto di contenzioso.

Non può essere sottaciuta, tuttavia, la permanenza, già rappresentata nella deliberazione 7/2020/PRSP, di una ancora ingente massa di residui attivi nei confronti della Regione Lazio per il finanziamento di opere pubbliche, che l'Ente ha fronteggiato con propria liquidità. L'effettiva esigibilità di queste poste può – se non confermata/documentata con atti di impegno sul bilancio regionale, inserito nel fascicolo del credito – determinare una nuova grave crisi del bilancio. A ciò si aggiunga che la stabilità e sostenibilità della prosecuzione della gestione di bilancio può essere messa in crisi dall'improvvisa concretizzazione di richieste creditorie e di sentenze di condanna che possono rendere non sostenibile il piano predisposto, per cui l'accantonamento non è adeguato e sufficiente (sotto il 100% o sotto le soglie del "probabile" e "certo"). Allo stato, tuttavia, le misure adottate appaiono comunque sufficienti a coprire lo squilibrio accertato in modo definitivo con la deliberazione n. 100/2023/PRSP. La misura, allo stato, è pertanto adeguata, ma potrebbe evolversi in una nuova situazione non gestibile con le procedure ordinarie, nel bilancio 2024-2026».

C'è, poi, il fondo crediti di dubbia esigibilità per il quale i magistrati contabili hanno scritto che «lo scarto di circa 5,8 milioni, rilevato nei calcoli presuntivi della Sezione, è stato giustificato con un elenco di crediti verso pubblica amministrazione che vengono mantenuti in bilancio ma non inseriti nel fondo crediti di dubbia esigibilità. Tuttavia, la imprecisione dei dati forniti, con riguardo ad anzianità e causa, non consente di verificare se il credito, pur non svalutabile, sia da stralciare dal conto del bilancio all'esito del riaccertamento ordinario. Tale situazione, pertanto, potrà essere verificata solo all'esito delle procedure di bilancio di fine esercizio 2023».

«Va in proposito ribadito - ed è questo un passaggio importante - che i crediti verso la pubblica amministrazione sprovvisti di atto di impegno sul bilancio dell'amministrazione debitrice, nel rispetto dei principi contabili vigenti, andranno stralciati per mancanza di idoneo titolo documentativo e dei presupposti di imputabilità, ove questi non siano presenti alla chiusura dell'esercizio».

«Tutto ciò premesso, il Collegio ritiene che lo scarto con l'obbiettivo finale, a seguito delle misure del bilancio 2023-2025, pur presente, appare sostenibile e non "grave" (cioè preclusivo, allo stato, della prosecuzione della gestione di bilancio con le regole ordinarie); pertanto, l'obiettivo finale si può ritenere sostanzialmente raggiunto, con una chiusura legittima del Piano di riequilibrio secondo cronoprogramma. La situazione finanziaria rimane peraltro delicata ed aleatoria per tutti i profili sopra evidenziati, ragione per la quale il controllo dovrà essere di nuovo svolto agli esiti della rendicontazione 2023». In ogni caso, il peggio è alle spalle e il Comune può tornare a spendere a mani libere, ma con oculatezza, ad assumere e a investire ancora di più sulla città.

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