Spazio satira
La cerimonia
22.11.2023 - 11:33
La celeste patrona ispirata alla fedeltà, così come ogni soldato che serve la patria, è caratteristica dell'Arma dei carabinieri: "Nei secoli fedele". L'arma ha reso omaggio alla sua patrona, Maria Virgo Fidelis, ieri sera con una messa nella chiesa del Sacro Cuore di Frosinone. Alla celebrazione, presieduta da sua eccellenza monsignore Ambrogio Spreafico, vescovo della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino e Anagni-Alatri, hanno partecipato autorità civili e militari della provincia, nonché numerosi carabinieri insieme alle loro famiglie e anche una folta rappresentanza dell'arma in congedo dall'associazione nazionale carabinieri di tutta la provincia e i parenti dei militari deceduti.
«Alla famiglia dell'Arma – ha detto il colonnello Gabriele Mattioli, comandante provinciale dei carabinieri – rivolgo il pensiero di ritrovarci uniti, come questa sera, ogni giorno come una vera famiglia per condividere i momenti di felicità insieme e per darci supporto anche nel dolore. Inoltre, voglio dedicare a tutti i familiari dei caduti dell'arma il più sentito e affettuoso pensiero. E la nostra vicinanza».
La cerimonia religiosa, accompagnata dal coro "Concentus Musicus Fabraternus Josquin Des Prés" di Ceccano, ha intonato tra altri canti, l'inno alla "Virgo Fidelis" in onore della gloriosissima Madre di Dio e patrona dei carabinieri. Il vescovo Spreafico durante l'omelia ha ricordato la figura della vergine Maria e l'importanza dell'ascolto nella vita di tutti i giorni.
Un po' di storia
Il 21 novembre l'Arma dei carabinieri fa memoria di tre temi diversi. Il primo è la sua patrona. L'8 dicembre del 1949 con sua santità Pio XII proclamò Maria "Virgo Fidelis" patrona dei carabinieri e ne fissò la ricorrenza il 21 novembre. Una data in cui la cristianità commemora la presentazione della Beata Vergine Maria al Tempio di Gerusalemme.
Il 21 novembre ricorre anche l'ottantaduesimo anniversario dell'eroica difesa del caposaldo di "Culqualber" da parte del primo battaglione carabinieri e Zaptiè mobilitato, che si sacrificò in una delle ultime cruente battaglie in terra d'Africa (l'attuale Etiopia) e che vide contrapposte le truppe britanniche e quelle italiane. In quell'occasione morirono sette ufficiali, 219 carabinieri e 180 soldati indigeni. Il sacrificio di tutto un intero battaglione per assicurare la ritirata agli altri. E proprio per questo fatto alla bandiera dell'arma fu conferita la seconda medaglia d'oro al valor militare. Infine, la "Giornata dell'Orfano", istituita nel 1996, ed è proprio a loro, primi destinatari del dolore per le gravi perdite di affetto, che tutti i carabinieri hanno rivolto il più sentito pensiero.
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