Il caso
19.10.2022 - 12:00
Sono senza acqua e luce ormai da luglio, ma resistono e non vogliono uscire dalla casa parrocchiale. Finora sono state vane le tante proposte bonarie da parte della parrocchia alle occupanti della struttura per venire a capo di una vicenda che dura da tempo.
Con il tempo, però, questa situazione si è fatta pesante e difficilmente gestibile per la parrocchia. Tante e ottime sono state le proposte fatte alle due occupanti pur di venire a capo di una vicenda incresciosa che crea disagio alla comunità parrocchiale che dona, con costanza, alimenti e altri beni di prima necessità alle due signore (anche se a Trevi tutti le conoscono come suore). A queste, poi, si è aggiunta recentemente la madre di una delle due, che è molto anziana. Don Pierluigi, rattristato per questa situazione che si è trovato a dover affrontare appena nominato parroco di Trevi nel Lazio, spera nel tentativo di mediazione che proporrà alle occupanti l'avvocato di fiducia della diocesi, determinata a venire a capo e in fretta di questa faccenda.
Nella sua lettera, infatti, il vescovo Lorenzo Loppa scrive al parroco: «Lei e la comunità parrocchiale sono a conoscenza dei fatti e mi rattrista constatare che i vari e vani tentativi di una soluzione dialogata non siano andati a buon fine. Pertanto mi sento in obbligo d'intervenire d'autorità perché la casa parrocchiale, indebitamente occupata, ritorni in possesso della comunità cristiana di Trevi e venga utilizzata dal parroco. Se ciò risulterà di qualche difficoltà potrà giovarsi anche delle forze dell'ordine, prima di dover ricorrere alle autorità giudiziarie».
Una soluzione immediata è auspicabile per tutti perché senza luce e acqua e con una signora anziana in casa qualcosa si rischia.
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