Spazio satira
La giornata
14.10.2022 - 12:30
Il processo verrà celebrato nel tribunale di Cassino
Processo "Maschera", ben 57 parti civili in aula. Almeno quelle contate dai cronisti presenti in aula, tra coloro che già avevano ufficializzato la loro posizione e quelle che ieri ne hanno espresso l'intenzione. Un processo che vede imputati - tra persone e società - più di quaranta soggetti giuridici: comprensibile la difficoltà nella partenza. Ben 19, ieri mattina, i difetti di notifica. Così di fatto il procedimento nato per far luce su un presunto traffico illecito di rifiuti, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e violazioni alle prescrizioni Aia (queste le contestazioni mosse a vario a titolo) non è decollato. Con un rinvio al prossimo 8 febbraio, davanti al giudice Tillo, per il rinnovo delle notifiche irregolari.
E con la costituzione delle parti civili: ieri, infatti, nuove associazioni e nuovi Comuni hanno espresso la volontà di far parte del lunghissimo elenco nelle prossime udienze. Un numero destinato certamente a variare: oltre alla Regione Lazio davvero tanti i Comuni nell'elenco, tra i quali anche quello di Cassino, con il primo cittadino Salera tra i testimoni. A Colfelice, Cervaro, Roccasecca, Pontecorvo, Frosinone, Arce, Alatri, Atina, Ceccano, Colle San Magno, Posta Fibreno e Isola del Liri si uniranno Piedimonte e Aquino (rappresentati dagli avvocati Antonio D'Alessandro e Mosè De Rubeis) e diverse associazioni ambientaliste. Il quadro, in tal senso, non è ancora definitivo.
A processo per l'operazione "Maschera" i rappresentanti legali e i tecnici delle aziende che trattano rifiuti, finiti nel 2017 nell'operazione della Forestale. Coinvolti tra gli altri Mauro Vicano, ex presidente Saf; Cesare Fardelli allora presidente del Cda Saf; Valter Lozza, in qualità di rappresentante e amministratore della Mad all'epoca dei fatti; Roberto Suppressa, ingegnere della Saf; Aldo Giovenchi, direttore tecnico della Mad e tanti altri soggetti nelle loro funzioni di presidenti o vertici di aziende connesse al trattamento dei rifiuti: 31 persone e 11 società.
L'operazione sui "codici a specchio" aveva portato anche al sequestro di dieci impianti di trattamento tra Frosinone e Latina. Il caso era poi approdato davanti alla Corte di giustizia europea per chiarire l'interpretazione della norma sulla classificazione dei rifiuti con i codici a specchio. Davvero nutrito il pool dei difensori tra i quali gli avvocati Domenico Marzi, Sandro e Vittorio Salera, Paolo Marandola, Antonio Perlini, Vincenzo Galassi, Pierpaolo Dell'Anno, Calogero Nobile, Marco Pizzutelli, Danilo Iafrate, Francesco Scalia e Mario Di Sora.
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