Gli studi
22.08.2022 - 17:30
La dottoressa Claudia Bauco
Centenari fortunati vincitori della lotteria genetica? Anche, ma in parte. Al 20-25% per l'esattezza. Tanto contano i geni. A influire maggiormente sulla longevità, infatti, è la prevenzione dei fattori di rischio, attraverso controlli regolari e uno stile di vita sano.
Attività fisica moderata e ricreativa, abolizione del fumo, moderazione nell'assunzione di alcolici e alimentazione sana sono fondamentali per aumentare l'aspettativa di vita. «Secondo uno studio inglese - spiega la geriatra - anche iniziando dopo i cinquant'anni ad applicare questo tipo di controllo dei fattori di rischio, gli uomini possono guadagnare tra i quattro e i sei anni di vita in più e le donne tra i sei e i sette anni».
Aggiunge, poi, che le persone longeve hanno una maggiore capacità di protezione contro i danni del dna, data da migliori capacità antiossidanti al livello dei mitocondri. «Ecco perché spesso diciamo che le diete che favoriscono la longevità - spiega - sono quelle più ricche di antiossidanti».
Inoltre, sebbene non vi sia uno studio specifico, nella pratica clinica questa migliore capacità di risposta da parte delle persone più anziane è stata riscontrata in diversi casi covid. «È vero che c'è una maggiore mortalità nella popolazione ultraottantacinquenne affetta da polipatologia - racconta la dottoresa - ma, nel periodo in cui siamo stati "reparto covid", a volte ci siamo meravigliati di rimandare in struttura pazienti molto anziani che avevano contratto la polmonite e l'hanno superata, mentre pazienti più giovani sono andati incontro a insufficienze respiratorie. E ciò fa pensare a una correlazione tra la longevità e la migliore capacità di risposta alle patologie».
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