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Il caso

Moschea, insulti e minacce a Imane Jalmous: c'è la denuncia

Le offese pubblicate da profili fake. Formalizzata la querela. Tra le ipotesi di reato ci sono la diffamazione e l'ingiuria con aggravanti a sfondo razziale

Diffamazione e ingiuria con aggravanti a sfondo razziale e di genere. Sono le ipotesi di reato prospettate dalla difesa di Imane Jalmous. Ieri la giovane candidata del Pd alle scorse elezioni comunali, assistita di fiducia dall'avvocato Marco Maietta, ha formalizzato la denuncia alla polizia postale di Frosinone. Intanto il caso ha mobilitato i social: messaggi infiniti di solidarietà e vicinanza a Imane, minacciata di morte e offesa dopo le dichiarazioni sulla moschea che sorgerà nel capoluogo. Jalmous, in corsa per il Consiglio comunale, nonostante fosse alla sua prima eperienza, aveva ottenuto 210 preferenze.

La ricostruzione
Tutto è iniziato martedì dopo che Imane aveva replicato alle dichiarazioni di Sergio Arduini, esponente di Destra sociale e anch'egli candidato alle ultime elezioni comunali nella lista di Fratelli d'Italia. Un "no", quello di Arduini, contro la realizzazzione della moschea a Frosinone. Abbandonata l'ipotesi di viale America Latina, l'amministrazione comunale ha dato l'ok per realizzare il luogo di culto in via Selva Polledrara.
Imane Jalmous aveva replicato invitando l'esponente di Destra sociale a leggere la Costituzione italiana, in particolar modo evidenziando l'Art. 8: «Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge».

Quindi l'apertura al dialogo interreligioso, alla condivisione, allo scambio tra culture, fedi religiose e etnie diverse. «Noi chiediamo semplicemente di trasferirci da uno scantinato – aveva detto – da un garage poco decoroso in un altro luogo, sempre privato. Un posto più adeguato e che il Comune possa riconoscere come opportuno per ospitare queste attività, non soltanto di preghiera ma anche come posto in cui tutti possano riconoscersi e condividere usi, costumi e festività. Mi sembra quindi fuori luogo riportare il tutto a una questione ideologica o di cittadinanza, perché i musulmani sono cittadini italiani come me».

Le minacce e gli insulti
L'altro ieri sono arrivate le offese. Dopo le dichiarazioni pubblicate, Jalmous è stata minacciata di morte sul suo profilo social. Insulti, offese e atti di violenza verbale esplosi «solo perché ho provato ad esprimere liberamente e democraticamente il mio pensiero», aveva detto Imane. Poi gli insulti. «La denuncia viene proposta per tutelare la signora Jalmous, ma anche perché il dibattito che ne è derivato si è dimostrato inquinato da prese di posizione e comportamenti irricevibili», ha detto l'avvocato Maietta.
Tanta la solidarietà sui social. «Esprimiamo insieme alla mia assistita – ha concluso Maietta – gratitudine ai numerosi messaggi che sono arrivati di vicinanza e solidarietà. Infinita solidarietà e stima da tutti, esponenti politici e cittadini».

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