In aula
09.06.2022 - 17:00
«Prendevo le schede dal cartone, le aprivo a metà e le passavo alla mia collega. Non mi sembra che ci fossero schede particolari né che qualcuno abbia contestato questa circostanza. Poi, a metà scrutinio, sono svenuta e quindi sono stata sostituita». Questo è il racconto di una delle scrutatrici ascoltate ieri in aula per il processo nato dall'inchiesta sui presunti brogli elettorali a Piedimonte, nella scorsa tornata amministrativa.
Un racconto affiancato da diverse contestazioni da parte delle difese sul modo di visionare le schede, sui tempi e su dettagli affatto secondari. Pure sul numero di seggi.
Una vicenda in cui furono coinvolti l'ex candidato a sindaco Urbano, il funzionario dell'ufficio elettorale Spiridigliozzi e due rappresentanti di lista, Cancanelli e Salvatore. Ieri in aula sono stati incalzati dal pm e dalle difese sia il presidente del seggio che gli scrutatori. «Venivano aperte le schede, c'era chi le prelevava. Poi venivano aperte e mostrate e quelle non valide scartate» racconta uno dei testimoni. «Le schede non valide furono azzerate per voti nulli, o cose simili. Non per segni "strani"» afferma un altro. «Una volta sistemate nelle scatole sono state portate all'interno del Comune - dichiara in aula - ma non ricordo al 100%... Ricordo il corridoio».
C'è stata quindi la rinuncia ad ascoltare altri scrutatori, poi il rinvio al prossimo 6 luglio per ulteriori escussioni testimoniali. Gli avvocati Di Bona, Ranaldi, Cerrito, Troiano, De Vivo, Malafronte e Di Mascio sono pronti.
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