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Il racconto

Dove il vino ritrova la storia. Da un pergolato a un'azienda di successo

Cori, dal recupero delle uve autoctone Bellone, Greco Moro e Nero Buono nasce un'impresa moderna e innovativa. La storia dell'azienda Marco Carpineti

Un pergolato di uve lungo la via Francigena, a sud di Roma. È da qui che inizia la storia dell'azienda Marco Carpineti, dalla valorizzazione delle uve antiche e dalle colline della Tenuta Capolemole a Cori. Bellone, Greco Moro e Nero Buono sono le uve autoctone ritrovate e valorizzate da Marco Carpineti che ha iniziato, come un pioniere, un sogno trasformato in un'azienda innovativa, sostenibile, immersa in paesaggi bellissimi e che produce vino biologico, tanto da essere tra i primi in Italia a ottenere la certificazione biologica.

Il secondo millennio apre con la nuova cantina della Tenuta Capolemole, da dove tutto è partito, e da cui è possibile vedere colline ordinate, con panorami e terrazzamenti antichissimi. Le vigne si espandono, continuano le sperimentazioni, ed è finalmente possibile accogliere gli ospiti per degustare il vino Marco Carpineti, sempre più riconosciuto e premiato.

Nel 2011 entra in azienda il primogenito Paolo e poi anche l'altra figlia, Isabella, che affianca Paolo e Marco. La sua passione porta alla nascita del progetto Carpineti Experience, ovvero andare oltre il vino, e unificare in un percorso unico storia, tradizione, innovazione e bellezza del territorio. I visitatori possono vivere la cantina e le sue tenute in maniera nuova, con esperienze, visite che uniscono laboratori a degustazioni, passeggiate nei vigneti a esplorazioni sensoriali, la possibilità di organizzare eventi sempre più personalizzati.

Ma qual è il segreto di questo successo?
«Sono le vigne – spiega Isabella Carpineti – la solidità con cui sono allevate, l'integrità naturale che le accompagna, l'aderenza intima in ogni passaggio alla sostenibilità ambientale. Bellone, Greco Moro, Nero Buono sono così valorizzate in una cornice nuova e antica, come una continua sfida e un continuo atto d'amore, che si rinnovano ogni giorno alla costante ricerca dell'armonia tra terra e storia».

Com'è lavorare in famiglia?
«Abbiamo vissuto un passaggio generazionale fisiologico – spiega ancora Isabella – Papà si occupa per lo più delle vigne, mente io ho lavorato anche con altre imprese per fare esperienza al di fuori dell'azienda e portare poi in azienda esperienze concrete. Con papà ci troviamo bene, è aperto e disponibile all'innovazione concreta. Certo, gli scontri sono inevitabili ma poco dopo non ce ne ricordiamo nemmeno più. Abbiamo portato la famiglia in azienda ed anche con i nostri collaboratori viviamo lo stesso clima collaborativo, improntato sulla stima reciproca. Non c'è differenza per noi ormai tra azienda e famiglia».

Per il futuro il progetto è quello di consolidare l'enoturismo e creare un indotto turistico più massiccio. Per fare questo, però, c'è bisogno di un lavoro sinergico di tutto il territorio e tutte le aziende. A livello di investimenti, invece, è stata recentemente acquisita la Tenuta Antoniana nel comune di Bassiano a circa quindici chilometri da Cori, dove verrà predisposta un'innovativa disposizione dei vigneti con la coltivazione dell'antichissimo vitigno Abbuoto, tipico di queste zone. La tenuta, di circa 450 ettari, oltre la parte destinata al vigneto, ha un bosco e una pineta. Qui verrà realizzato uno splendido spazio per gli eventi, ma verranno predisposti anche percorsi per il trekking per un turismo diversificato.

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