Spazio satira
La sentenza
18.03.2022 - 12:30
Il carro che investì la ragazza
La sentenza è giunta come una liberazione per Gianfranco Ianniello, il quarantunenne di Santi Cosma e Damiano accusato di omicidio colposo per la morte della venticinquenne Mary Grossi, investita mortalmente dal carro allegorico trainato dal trattore guidato proprio dall'imputato. Quando il giudice del Tribunale di Latina, Enrica Villani, ha pronunciato la sentenza di assoluzione con formula piena perché il fatto non costituisce reato, Ianniello, assistito dall'avvocato Ernesto Renzi, non ha saputo trattenere le lacrime, dopo nove anni vissuti con il peso di un'accusa che lo ha profondamente segnato.
Come si ricorderà il 17 febbraio del 2013, al termine della sfilata dei carri del Carnevale Campagnolo di Santi Cosma e Damiano, quello della contrada di Mary Grossi (Torraccio-Vigne che vinse anche il primo premio), investì la giovane, che morì per le gravi conseguenze riportate. Il conducente del veicolo che trainava il carro, non si era accorto che la giovane era finita sotto il carro retrostante ed ogni soccorso si rivelò vano. Dopo otto anni di processo, tre consulenti e un medico legale coinvolti, dieci testimoni ascoltati e tre giudici diversi, è arrivata l'assoluzione piena per Ianniello, accusato di aver violato alcune norme del CdS, pur se il consulente tecnico del Pm ha riferito che la condotta di guida dell'imputato, era stata lineare e corretta, poiché procedeva a passo d'uomo e dopo aver sentito che la ragazza era finita sotto le ruote arrestò subito il mezzo.
Per lo stesso CT di meglio non poteva fare, in quanto la condotta della vittima era stata del tutto imprevedibile per l'autista. Il CT della parte civile (difesa dall'avv. Vincenzo Ponti) ha insistito sull'assenza di specchi del trattore e sulla violazione delle norme del trasposto eccezionale e perché le ruote del carrello non erano coperte. L'avvocato Renzi, oltre a chiedere l'estromissione della parte civile, in quanto già risarcita, ha puntato anche sul fatto che in questo caso non potevano essere applicate le norme del CdS, perché si trattava di una sfilata di carri allegorici a circolazione stradale interdetta; cioè un contesto diverso dalla normale circolazione stradale.
Ciò in base ad una normativa speciale che riguarda gli "spettacoli viaggianti" e confermata, come ha sottolineato lo stesso legale, da una sentenza della Cassazione relativa ad un infortunio mortale simile accaduto durante la nota festa di S.Agata a Catania, dove morì uno spettatore. Il consulente tecnico della stessa difesa, Lucio Pinchera, esperto e docente di infortunistica stradale, ha ricostruito in via tridimensionale l'evento dimostrando che l'evento tragico si sarebbe comunque verificato, perché la povera Mary si era andata volontariamente ad infilare in un angolo "cieco" alle spalle dell'autista, il quale non avrebbe potuto vederla.
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