Spazio satira
L'intervista
29.12.2021 - 13:00
É la branca specialistica medica e chirurgica che si occupa delle patologie a carico dell'apparato urinario maschile e femminile e degli organi genitali maschili esterni. Parliamo dell'urologia. Tra le principali patologie di pertinenza urologica si annoverano i tumori dell'apparato urinario e riproduttivo maschile, tra cui il tumore della prostata, che è il tumore di riscontro più frequente negli uomini, i disturbi della minzione e la calcolosi urinaria che è tra le prime cause di accesso ai pronto soccorso.
L'urologo è il medico specializzato in urologia, dunque nella diagnosi e nel trattamento delle malattie dell'apparato urinario umano (senza distinzione di sesso) e degli organi dell'apparato genitale maschile. L'urologo è in possesso di numerose competenze: conosce nei dettagli l'anatomia e la fisiologia di reni, ureteri, vescica e uretra; conosce approfonditamente l'anatomia e la fisiologia di testicoli, epididimi, dotti deferenti, vescicole seminali, prostata e pene. Inoltre, sa riconoscere e trattare le patologie che colpiscono l'apparato urinario e l'apparato genitale maschile. L'urologo è in possesso anche della preparazione necessaria a praticare determinati esami diagnostici e ad attuare specifici interventi chirurgici, sia terapeutici che non terapeutici.
Ma quando è importante rivolgersi ad un urologo? In genere, ci si rivolge allo specialista solo quando si riscontrano problematiche di varia natura. Nulla di più sbagliato. Come in ogni altro ambito medico, anche parlando di urologia, la parola d'ordine è prevenzione. Controlli periodici permettono di diagnosticare patologie prima che il quadro clinico del paziente si aggravi in maniera severa. Lo sanno bene i medici dell'ambulatorio di urologia del Gruppo Ini che nel poliambulatorio di Città Bianca fanno della prevenzione la prima e più efficace cura.
Ne abbiamo parlato con il dottor Alfonso Di Nardo, urologo e responsabile dell'ambulatorio di urologia di Veroli che opera in tutte le strutture del Gruppo.
Dottore, quanto è importante la prevenzione in ambito urologico?
«La definirei fondamentale. Screening periodici ci permettono di riscontrare la presenza di disturbi o patologie in un tempo ragionevole per poter intervenire con cure meno invasive che possono, in molti casi, garantire la completa guarigione del paziente. Diversamente, una patologia accertata quando è in uno stadio molto più avanzato, comporta interventi e cure più complessi e può ridurre la possibilità di guarigione completa».
Come si svolge una visita urologica?
«Il primo passaggio è il dialogo con il paziente per raccogliere informazioni relative alla sintomatologia. Ciò ci consente di avere una prima idea sommaria della problematica presente. Il secondo passaggio è l'anamnesi (o storia clinica). Attraverso l'anamnesi, l'urologo raccoglie una serie di fatti di interesse medico relativi al paziente, come, per esempio, lo stato di salute generale, le malattie sofferte in passato, le abitudini, l'attività lavorativa, le eventuali malattie ricorrenti in famiglia ecc. L'anamnesi indirizza l'urologo verso le possibili cause all'origine della sintomatologia lamentata dal paziente. Il terzo passaggio è l'esame obiettivo (o esame fisico) attraverso il quale l'urologo analizza attentamente il corpo del paziente alla ricerca di sintomi e segni correlabili ad una sofferenza dell'organismo».
Quali i test diagnostici più specifici per approfondire la diagnosi e di quali macchinari si avvale l'ambulatorio per eseguirli?
«Si va dai comuni esami di imaging, per i quali ci avvaliamo di sofisticati ecografi che ci permettono di esaminare attentamente l'organo, agli esami endoscopici, passando per gli esami di laboratorio. In ambito urologico importanti sono anche gli esami urodinamici e quelli bioptici, soprattutto in campo oncologico».
Il poliambulatorio di Città Bianca si avvale di numerosi specialisti. Quanto in ambito urologico un approccio multidisciplinare può fare la differenza in termini di diagnosi e cura?
«L'approccio multidisciplinare, negli ultimi anni, ha rivoluzionato la medicina. Il lavoro in equipe permette di intervenire su più aspetti legati ad una patologia, garantendo sicuramente un miglior risultato in ambito diagnostico e terapeutico. Molto spesso, l'urologo collabora con altre figure professionali del settore medico. In particolare, l'oncologo, il neurologo, il nefrologo, il ginecologo, il chirurgo pediatrico, l'endocrinologo, l'andrologo. Solo per citarne alcuni. Ma non meno rilevanza va data all'aspetto psicologico del paziente, per questo, in patologie più complesse, come ad esempio quelle oncologiche, il supporto dello psicologo è fondamentale per seguire il paziente nel percorso che va dalla diagnosi alla guarigione».
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