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Il punto

Valle del Sacco avvelenata, bonifica al palo: è scontro

Duro atto di accusa del consigliere regionale Aurigemma dopo la sua interrogazione. L'assessore Alessandri imputa i ritardi alla limitata documentazione tecnica

«Non sono state sufficienti le numerose interrogazioni che abbiamo presentato in consiglio regionale sulla bonifica della Valle del Sacco». Lo dice il consigliere regionale Antonello Aurigemma, il quale denuncia «il fallimento dell'accordo di programma» per la messa in sicurezza del Sito di interesse nazionale bacino del fiume Sacco.

Lo fa dopo la risposta alla sua interrogazione in consiglio regionale da parte dell'assessore Mauro Alessandri per conto del collega Massimiliano Valeriani.

Secondo il consigliere di Fratelli d'Italia non sono stati sufficienti «tantomeno gli accorati appelli dei medici e delle associazioni a partire dal 2013 (che denunciavano l'aumento di oltre il 174% dei tumori maligni del sistema linfatico per i maschi da 0 a 14 anni e del 281% dei tumori all'encefalo), né le recenti preoccupazioni delle associazioni Medici di famiglia per l'ambiente di Frosinone e provincia che, scrivendo al ministro della transizione ecologica Cingolani e al ministro della salute Speranza, lanciavano un ultimatum alle istituzioni sui quadri clinici gravi dei cittadini di quelle zone: nulla di tutto ciò è servito a smuovere l'amministrazione Zingaretti, al fine di venire in aula per rispondere sullo stato dell'arte dell'accordo, firmato dal ministero dell'Ambiente e dalla Regione Lazio per la bonifica della Valle del Sacco, nel lontano 2019.

L'assessore regionale competente in materia non si è neanche degnato di presentarsi in aula, ma ha preferito mandare quattro fogli che sono stati letti in consiglio, dove si enunciava una serie di dati, che confermavano le inadempienze della Regione rispetto al cronoprogramma. L'assessore ha certificato di fatto il fallimento politico di questo piano. Ad oggi siamo molto indietro, non è stato aperto un cantiere, e questo nonostante i circa 54 milioni di euro stanziati dall'accordo di programma. Il cronoprogramma prevedeva la fine dei lavori a dicembre 2023, con una parte di essi che in teoria doveva già essere conclusa ad oggi e che prevedeva la caratterizzazione delle aree oggetto di intervento, ma al momento questi primi lavori non sono ancora stati completati.

Per tutti questi motivi, oltre a stigmatizzare l'atteggiamento davvero molto poco istituzionale da parte dell'assessore al ciclo dei rifiuti, abbiamo presentato la richiesta di un consiglio regionale straordinario, per ridare la giusta importanza ai cittadini di un territorio abbandonato e dimenticato, che ha pagato a caro prezzo e sulla propria pelle le inefficienze di un'amministrazione poco attenta ad uno dei sacrosanti diritti riconosciuti dalla nostra Costituzione, come il diritto alla salute».

All'interrogazione, aveva risposto l'assessore Mauro Alessandri leggendo una relazione della direzione regionale del ciclo dei rifiuti per conto dell'assessore competente Massimiliano Valeriani, non presente alla seduta. L'assessore ha fatto la cronistoria dell'accordo di programma, giustificando i ritardi «in ragione della limitata documentazione tecnica agli atti, consistente nei soli studi di fattibilità tecnica economica presentati dalle amministrazioni comunali, nonché dell'intervenuta emergenza sanitaria Covid-19». Ciò ha comportato la necessità di «rimodulare i costi di alcuni interventi e riprogrammare le risorse stanziate originariamente».

Quindi l'assessore ha elencato gli interventi di caratterizzazione: ex Polveriera, nel Comune di Anagni; Bosco Faito, ex Snia/BPD, nel Comune di Ceccano; ex Europress, nel Comune di Ceprano; ex industria Olivieri, nel Comune di Ceprano; ex Cartiera di Ferentino, Ponti della Selva, nel Comune di Paliano; ex Cartiera Vita-Mayer, nel Comune di Ceprano; ex Stabilimenti Annunziata, nel Comune di Ceccano», per i quali è stata avviata l'istruttoria. Quindi ha precisato che «è in fase di attuazione un accordo quadro con servizi che ricomprende tutta la fase di caratterizzazione dei siti, compresa l'analisi di rischio sito specifica, divisa in due. Il primo accordo comprende tre lotti, che sono Ponti della Selva (Comune di Paliano), ex Europress (Comune di Ceprano) e il servizio di supporto per il monitoraggio delle acque. Il secondo accordo comprende gli altri sette lotti».

Sul tavolo anche la bonifica dell'ex discarica di via Le Lame a Frosinone per la quale sono previsti due interventi: di manutenzione straordinaria e di completamento della caratterizzazione della fascia di terreno potenzialmente contaminato tra la discarica e il fiume Sacco. La direzione regionale del ciclo dei rifiuti sta completando «l'aggiornamento del piano di caratterizzazione per poter arrivare alla completa definizione del livello di contaminazione delle matrici ambientali e all'elaborazione dello studio propedeutico alla gestione del corpo discarica».

Un accenno anche al programma di valutazione epidemiologica. Programma biennale con l'obiettivo di fornire «informazioni sullo stato di salute, sui fattori di rischio e sui possibili cambiamenti, attraverso un potenziamento degli interventi di promozione della salute in un'area a forte pressione ambientale». 

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