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Il caso

Tombino scoperchiato nel parco La Cascata: un bambino rischia di caderci dentro

Due bambini erano andati a pescare con il padre quando sono incappati nel tombino scoperchiato. Un attimo di distrazione sarebbe potuto essere fatale

Insidia pericolosa al parco La Cascata. Lunedì pomeriggio un pescatore, desideroso di avviare i suoi due figli alla disciplina che segue con passione da decenni, s'è recato presso la cascata sul fiume Sacco al confine tra i territori di Anagni e di Sgurgola.

Mentre scaricava canne ed esche dal cofano della vettura parcheggiata sotto l'antica Torre di Guardia, sede del Museo della musica popolare creato dal sindaco Antonio Corsi, le grida dei figli lo facevano accorrere sul lato anagnino. Il figlio più giovane, di otto anni, era fermo accanto ad un enorme tombino assurdamente scoperchiato.

Il parco è stato realizzato dal Comune di Anagni negli anni in cui era sindaco Franco Fiorito, grazie al corposo contributo elargito dalle società impegnate nei lavori di costruzione della ferrovia per il treno ad alta velocità.
Una volta ultimato, era stato lasciato a se stesso. Ignoti hanno asportato panchine e giochi e la vegetazione selvaggia ha ricoperto tutto.

Le uniche persone che transitano in quel luogo sono gli appassionati di pesca ed i carabinieri forestali che controllano gli scarichi. E probabilmente proprio qualcuno poco rispettoso delle norme su scarichi e trattamento dei reflui, potrebbe essere l'utilizzatore del pozzetto il cui coperchio giace scompostamente a terra.

Sul territorio anagnino, infatti, non esiste un pozzetto che, collocato nei pressi di uno dei depuratori, possa accogliere i liquami conferiti da autospurgo autorizzati.
Quel genere di pozzetti necessita di autorizzazione provinciale e da tempo ne viene invocata la collocazione, che consentirebbe alle abitazioni non collegate alla fognatura generale di risparmiare notevolmente sui costi di smaltimento.

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