19.10.2021 - 12:00
Dom Pietro Vittorelli
Lo scandalo è quello delle "spese pazze" del 2015.
All'ex abate, lo ricordiamo, viene contestata un'ipotesi di appropriazione indebita. A suo fratello Massimo, invece (con il quale Vittorelli aveva un conto cointestato) viene mossa l'accusa di riciclaggio. Lo scandalo che ha investito Montecassino risale al 2015. La Guardia di Finanza di Roma aveva disposto il sequestro di 4 conti bancari e di 2 case, iscrivendo nel registro degli indagati sia Pietro Vittorelli che suo fratello. Il campanello d'allarme fu un'operazione sospetta: nessuna "gola profonda", come dissero gli inquirenti ma movimentazioni di denaro finite sotto la lente. «Opere caritatevoli che non facevano tornare i conti» come disse il gip Passamonti, attraverso cui l'ex abate «avrebbe distratto i fondi sia della diocesi che dell'abbazia». Ipotesi senza alcun fondamento, per le difese, pronte a demolire l'impianto accusatorio. Carte alla mano.
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