Spazio satira
La nota
21.09.2021 - 19:00
L'area termale di Suio
Totale abbandono delle Terme di Suio da parte dell'amministrazione comunale uscente.
A dichiararlo è Mario Ciorra, responsabile dell'Ats - Associazione dei termalisti di Suio - (rappresentativa del maggior numero di posti letto), che punta il dito contro il governo uscente. Nel sottolineare che, allo stato attuale, i marciapiedi esistenti a Suio sono «incompleti e addirittura anche pericolosi», Ciorra fa riferimento agli amministratori succedutisi dal dopoguerra in poi, che «hanno fatto il possibile per valorizzare le Terme di Suio, con il valido intervento dei potenti dell'epoca (Andreotti in primis).
E infatti cita alcune delle iniziative che ci sono state, ma fa anche riferimento al "campanilismo" in atto, tra il capoluogo Castelforte e la frazione di Suio. «Mi è stato riferito - ha aggiunto Ciorra - che la competizione è stata impostata esclusivamente sulla verifica di chi dovesse essere al comando, non in base alla persona, ma in base alla sua appartenenza: castelfortese o suiaro». Il noto termalista, tra l'altro, ha poi fatto riferimento alla questione che ha riguardato la chiusura del complesso alberghiero, allora "Terme Ciorra", con l'accusa di non aver prodotto una istanza per l'ottenimento di una licenza di esercizio, non prevista dalle norme in vigore.
«Una sanzione non prevista - ha proseguito - fatta con una prepotenza da me riferita al sindaco Cardillo, ma rimasta essenzialmente lettera morta. Ben diverso, invece, era stato il comportamento per la chiusura di un'altra struttura di Suio. Io da presidente dell'allora Consorzio dei Termalisti non esitai a denunciare i responsabili, sostenuto fattivamente dall'amministrazione dell'epoca.
Tutto l'opposto del comportamento tenuto dal sindaco uscente. Suio è stato abbandonata a se stessa. Infine vorrei ricordare la questione riguardante la tassa sui rifiuti, che i termalisti pagano per tutto l'anno, quando sono operativi per circa cinque mesi». In considerazione di quanto esposto, Mario Ciorra ha chiesto un pubblico dibattito e i responsabili del Comune «per dimostrare pubblicamente a quale stato di confusione si sia pervenuti».
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