Il caso
07.09.2021 - 11:00
«(…)Enza sorride amara, non ce la vede proprio Melissa nel ruolo di killer. La capisce perché anche a lei è morto un fratello… di overdose, a ventiquattro anni.
Con i molti riferimenti forniti a proposito di Enza (dal padre boss del casermone ed arrestato nell'ultimo blitz antidroga, al fratello morto di overdose), l'individuazione della giovane è stata estremamente facile e questo in considerazione poi del contenuto di alcuni fatti narrati, non ha mancato di cagionare problemi alla Valente che intende ora, con fermezza , chiarire e ribadire come sono realmente andati i fatti». «Non risulta vero – si legge ancora nella lettera – che Enza (Valeria Valenti, ndr) ha "accolto" la chiamata di Melissa affinché (…) tutti dovessero sapere che Melissa è amica sua e nessuno la deve toccare (…) per una volta Enza vuole usare il nome di suo padre(...) Come non risulta vero che a Enza è morto un fratello per overdose.
Il fratello è infatti morto per embolia polmonare. E per ultimo non risponde al vero che Valeria abbia accompagnato Melissa ai Cavoni, addirittura fornendole informazioni in ordine a fatti e cose di cui non è (e non era all'epoca) neppure a conoscenza (ovvero che (…) dentro a quel boschetto si vende e si compra di tutto, le spiega Enza (…). Tutto questo – conclude la diffida per opportuno chiarimento e con richiesta di rettifica, trattandosi di circostanza di un certo rilievo sui fatti raccontati, e soprattutto per quello che nella presente rileva, il buon nome della cliente».
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