Spazio satira
Il processo
24.06.2021 - 14:00
Maxi frode fiscale nel settore del carburante per autotrazione, prime condanne e prime assoluzioni.
Tre gli imputati finiti a processo. Martedì sera la decisione: i due imprenditori cassinati Mario Marrocco Di Charleroi e sua sorella Patrizia sono stati condannati solo per un capo d'imputazione (ovvero per l'accusa di essere amministratori di fatto di una società attraverso la quale avrebbero emesso nei confronti di un'altra società una serie di fatture aventi a oggetto prodotti petroliferi per operazioni inesistenti) a due anni, pena sospesa.
Assolti per gli altri due capi d'imputazione (ovvero di aver occultato le scritture contabili relative al 2016-2019 e di evasione per oltre 16 milioni di euro) e rimessi subito in libertà con il dissequestro dei beni.
L'imprenditore salernitano Aldo Cristaino, invece, è stato condannato per due capi d'imputazione a 3 anni e 6 mesi, assolto per il capo "c", ovvero la maxi evasione fiscale.
L'inchiesta, lo ricordiamo, è quella condotta dalla Guardia di Finanza su delega della procura di Cassino.
Secondo le Fiamme gialle nel settore dei carburanti fatti arrivare dall'Est Europa sarebbe stata realizzata la cosiddetta «triangolazione» che prevedeva «l'interposizione fittizia di una società "cartiera" tra i fornitori esteri e i reali destinatari nazionali del prodotto petrolifero avevano spiegato dal Comando Così era possibile ottenere la nazionalizzazione del carburante, dal punto di vista cartolare, senza versare l'Iva sfruttando il regime di sospensione d'imposta di cui godeva un'importante deposito fiscale in provincia di Gorizia».
I due imprenditori cassinati erano finiti ai domiciliari, colpiti da un decreto di sequestro preventivo di beni per oltre 12 milioni di euro. L'imprenditore salernitano, invece, era stato colpito dall'interdittiva nell'esercizio della sua attività. Per i tre imputati il pm ha chiesto 5 anni e 6 mesi. Complesse le discussioni degli avvocati, Antonio Fraioli e Coriolano Cuozzo per i due imprenditori cassinati. Poi nella tarda serata di martedì la sentenza.
«Non siamo soddisfatti della sentenza.
Nonostante i nostri assistiti siano stati condannati solo per uno dei tre capi di imputazione e non sia stata riconosciuta loro la qualifica di amministratori di fatto, bensì solo una condotta marginale. E nonostante siano stati assolti per i capi "b" e "c" e siano stati rimessi in libertà immediatamente benché il pm abbia espresso parere sfavorevole alla remissione in libertà, chiedendo una pena di 5 anni e 6 mesi. Ciò perché, siamo convinti, i nostri assistiti sono estranei alla vicenda.
Annunciamo fin da ora appello per ottenere l'assoluzione completa. Relativamente a questo processo, ci saranno ulteriori sviluppi» hanno fatto sapere dalla difesa.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione