L'intervista
15.04.2021 - 10:30
Il colonnello Alessandro Gallozzi
Il covid-19 ha fermato la "quotidianità". Ha fatto abbassare molte saracinesche, ha portato all'aumento di situazioni di disagio e povertà nelle famiglie. Ma non ha fermato la criminalità che prova a infilarsi nelle pieghe di quel disagio e adattandosi subito alle "nuove" esigenze di mercato e anzi persino definendole. E molte aziende piegate dalla crisi rischiano di cadere nella rete. Allo stesso tempo l'emergenza sanitaria non ha fermato l'attenzione e il monitoraggio della Guardia di Finanza che continua senza sosta la lotta alla criminalità organizzata e alle infiltrazioni mafiose.
La crisi economica causata dalla pandemia potrebbe far aumentare il rischio dell'infiltrazione della criminalità nelle aziende della nostra provincia?
«La crisi sta colpendo soprattutto le piccole e medie imprese della Ciociaria e non si può escludere che ne potrebbero approfittare investitori in possesso di denaro proveniente dalla commissione di reati, quali usura, spaccio di sostanze stupefacenti, estorsioni, che hanno necessità di riciclare i facili guadagni ed immetterli nell'economia legale. A tal proposito la Guardia di Finanza ha personale particolarmente qualificato in grado di svolgere puntuali indagini sugli assetti proprietari e sulle operazioni aziendali e societarie, gli anomali trasferimenti di partecipazioni, le garanzie rilasciate o ricevute, lo smobilizzo di beni aziendali a condizioni non di mercato, risalendo all'origine dei fondi e alle effettive finalità economico-finanziarie sottostanti alle varie transazioni».
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