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I fatti

Narcotraffico, 'Inchiesta Anni 2000': arriva la decisione del Riesame

Annullato il reato di associazione finalizzato al narcotraffico. Riguarda due dei coinvolti, Antonio Reale e Decoroso Antinozzi

Annullato il reato di associazione finalizzato al narcotraffico per Antonio Reale e Decoroso Antinozzi, entrambi coinvolti nell'inchiesta Anni 2000, che è stata caratterizzata dall'arresto di diciannove persone. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Roma, che ha depositato le motivazioni sulla richiesta di riesame presentata dall'avvocato Pasqualino Santamaria, che assiste Antonio Reale e Decoroso Antinozzi, attualmente in carcere a Velletri il primo e a Bologna il secondo. L'undicesima Sezione del Tribunale del Riesame della capitale ha annullato per i due il reato di associazione finalizzato al narcotraffico, pur ritenendo sussistente il delitto di associazione a delinquere di stampo mafioso in cui era assorbito il primo delitto.

Come ha ribadito l'avvocato Pasqualino Santamaria, gli effetti della decisione del Riesame sono assai rilevanti, in considerazione delle pene previste per il delitto di associazione finalizzata al narcotraffico, che prevede una pena base di venti anni, rispetto al delitto di associazione mafiosa, la cui pena base è di solo dieci anni. Oltre a questi aspetti squisitamente procedurali, i giudici del Riesame, con tale pronuncia, hanno manifestato di condividere le argomentazioni difensive, circa l'assenza degli elementi necessari, sia sotto il profilo oggettivo che soggettivo, alla identificazione di una associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. La stessa decisione era stata adottata l'altro ieri per Vincenzo De Martino (recluso presso il carcere di Cosenza) e la moglie Marika Messore, difesi da Pasquale Cardillo Cupo e dallo stesso Pasqualino Santamaria.

I diciannove indagati erano ritenuti, a vario titolo, responsabili di far parte di una organizzazione di tipo mafioso e di due associazioni dedite al traffico di droga nella zona di Santi Cosma  e Damiano e Castelforte. Decoroso Antinozzi, è accusato, unitamente al padre Antonio, di provvedere all'acquisto e alla rivendita a pusher o acquirenti di cocaina e hashish. Reale, secondo l'accusa, oltre ad aver partecipato alla vendita dello stupefacente del sodalizio, si occupava del taglio e del confezionamento delle dosi di droga, ma soprattutto era l'esperto in quanto assaggiava i campioni delle sostanze.

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