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Lo scenario

Covid Ciociara, ecco un'iniezione di fiducia: 720 farmacisti pronti a vaccinare

Parla il presidente dell'ordine dei farmacisti della provincia di Frosinone, Riccardo Mastrangeli: «Possiamo dare un contributo straordinario, ecco come»

«Possiamo dare un grande contributo. Siamo pronti». Così Riccardo Mastrangeli, presidente dell'ordine dei farmacisti della provincia di Frosinone. La Federazione degli ordini dei farmacisti e la Federfarma hanno accolto «con estrema soddisfazione la decisione del ministro della salute e di tutto il Governo di coinvolgere direttamente farmacisti e farmacie nella campagna vaccinale contro il Covid-19». Aggiungendo: «La rete italiana delle oltre 19.000 farmacie pubbliche e private e gli oltre 70.000 farmacisti di comunità, del resto, hanno dato nel corso della pandemia una risposta efficace, efficiente e continuativa ai bisogni della popolazione e alle esigenze del Servizio Sanitario Nazionale, garantendo non soltanto l'assistenza farmaceutica, ma anche nuovi servizi e prestazioni resi necessari dall'emergenza, come l'effettuazione dei tamponi rapidi».

Cosa succede adesso Spiega Riccardo Mastrangeli: «Farmacisti e farmacie sono pronti. Era ora, visto che soltanto l'Italia era rimasta indietro in occidente. I farmacisti vaccinano in Francia, Inghilterra, Usa, Canada, Olanda, Spagna, Portogallo. Il Governo Draghi si è posto come obiettivo la somministrazione di 500.000 dosi di vaccino al giorno. Certamente bisognerà utilizzare le caserme, hub e spazi pubblicidi ogni tipo. Ma dobbiamo partire dal presupposto che 200.000 dosi al giorno vanno più che raddoppiate. E quello che manca sono soprattutto i vaccinatori. È come la situazione venutasi a creare all'inizio della pandemia. Nel senso che per quanto si potessero aumentare i posti di terapia intensiva, occorrevano comunque degli anestesisti. Certamente verranno utilizzate anche palestre e palazzetti dello sport, ma serviranno i vaccinatori e noi possiamo fare la nostra parte».

Aggiunge Mastrangeli: «D'altronde le farmacie sono dei"terminali" del Servizio sanitario nazionale.
Quale vaccino potremmo somministrare? Sicuramente no quello della Pfizer, che richiede delle modalità di conservazioni complesse. Credo che somministreremo il vaccino Janssen (Johnson & Johnson), peraltro molto pratico e monodose. Un vaccino che può essere conservato in farmacia. Dovremo tutti seguire un corso abilitante all'Istituto Superiore di Sanità». In provincia di Frosinone ci sono 720 farmacisti e 180 farmacie. Dovranno essere allestiti degli appositi spazi per la vaccinazione. Nota Mastrangeli: «Lo faremo. In questa pandemia abbiamo dato da subito il nostro contributo, pagando anche un prezzo alto in termini di morti e di contagi. Per noi farmacisti il giuramento di Galeno è sacro. Abbiamo competenze, entusiasmo e determinazione. Il Paese ha bisogno di noi. In Italia ci sono 19.000 farmacie: se ogni farmacia effettua 13 somministrazioni al giorno, arriveremo a 256.000. Più della metà di quota 500.000 prevista dal Governo. Sarebbe la svolta e noi siamo pronti. Anche prevedendo una parte della giornata lavorativa a questo impegno: cinque ore al giorno per esempio.

In un comunicato congiunto Fofi Federfarma si legge: «Questa scelta valorizza la rete delle farmacie e la professionalità dei farmacisti che sono parte integrante del Servizio sanitario nazionale in sinergia con medici, infermieri e tutti gli operatori sanitari del territorio. I farmacisti e le farmacie sono orgogliosi di poter dare il proprio contributo alla lotta contro il Covid-19 moltiplicando i punti di vaccinazione per rendere facilmente accessibile al cittadino questo importante servizio che contribuirà a raggiungere in sicurezza e con tempestività la copertura vaccinale della popolazione».

I diversi vaccini
Quello Pfizer-BioNTech è quello più utilizzato attualmente in Italia. Destinato in via prioritaria agli operatori sanitari di ospedali e Rsa e ad anziani over 80 anni. Si tratta del primo vaccino al mondo realizzato con una tecnica completamente innovativa, quella dell'Rna messaggero. Somministrato con due dosi a distanza di tre settimane, va conservato a -75 gradi. Il codice genetico correlato alla produzione della proteina Spike, che occorre al Sars-CoV-2 per agganciarsi alla cellula umana, viene fatta penetrare all'interno della cellula grazie ad una sorta di involucro che poi viene eliminato. Il sistema immunitario riceve le informazioni necessarie per intercettare e neutralizzare il virus. Del vaccino Moderna l'Italia sta ricevendo quantitativi ridotti. La maggior parte delle dosi sono destinate agli Stati Uniti.
Si conserva a -20 gradi. E si somministra in due dosi, intervallate da quattro settimane.

Poi c'è AstraZeneca: vaccino messo a punto dallo Jenner Institute di Oxford e dall'Irbm di Pomezia.
È basato sul cosiddetto vettore virale. Vuol dire che utilizza un virus (dello scimpanzè) innocuo per l'uomo, che trasporta il codice genetico delle proteine del virus, contro le quali si vuole innescare la produzione di anticorpi. L'obiettivo resta la proteina Spike. Prevede due dosi: il richiamo viene somministrato entro la dodicesima settimana. Si conserva a 2-8 gradi. Poi c'è il vaccino prodotto da Janssen, farmaceutica di Johnson & Johnson. Si tratta dell'unico vaccino anti-Covid monodose. Quindi non ha bisogno di richiamo. Si conserva in frigorifero ad una temperatura compresa tra 2 e 8 gradi. La dose somministrata viene trasportata nell'organismo da un adenovirus reso innocuo. Gli adenovirus sono una famiglia di virus responsabili tra l'altro di raffreddori e congiuntiviti. Depurati e inattivati, sono usati per creare vaccini.

Quindi lo Sputnik: le due dosi (somministrate a ventuno giorno di distanza), vengono veicolate da due differenti adenovirus che trasportano la proteina Spike. Il meccanismo è quello dei vaccini vettoriali: determinare la protezione di Spike nelle cellule dell'ospite per stimolare la risposta immunitaria. Ci sono poi altri due vaccini. Il CureVac, a Rna messaggero. L'autorizzazione provvisoria è attesa, secondo l'amministratore delegato, tra la fine di maggio e giugno. Quindi il Novavax: è nella fase conclusiva della sperimentazione in Usaui e Messico. Il prodotto è basato su proteine che si trovano sulla superficie del virus.

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