Spazio satira
La situazione
10.09.2020 - 20:00
Ancora roghi in tutto il Cassinate. Tornano a bruciare i monti di Villa Santa Lucia e Colle San Magno, maxi interventi e canadair. Strade chiuse e rabbia di amministratori e cittadini. Non sembra esserci fine agli episodi incendiari che stanno tenendo tutto il territorio con il fiato sospeso.
Ieri mattina ancora un nuovo rogo a Villa Santa Lucia, partito come l'altra volta sulla strada provinciale che dalla Casilina porta al paese. Poco meno di cento metri più in basso degli incendi dei giorni scorsi. Secondo quanto ricostruito dal sindaco Iannarelli e dai residenti, l'incendio sarebbe divampato poco dopo le undici.
E in pochissimo tempo ha preso a divorare l'intera zona a ridosso della pineta: immediato l'intervento dei vigili del fuoco e della protezione civile.
Forte la paura per l'attigua pineta. Il primo cittadino ha ritenuto necessario l'intervento dei canadair. Solo in questo modo, le lingue di fuoco sono state domate.
Ma il danno a livello ambientale è stato elevatissimo.
Non molto diversa la situazione tra Colle San Magno e Roccasecca: ettari di vegetazione andati letteralmente in cenere. E fuoco che ha lambito le case, anche nella zona San Francesco a Roccasecca. A preoccupare e non poco sono stati gli ordigni bellici esplosi tra gli arbusti a causa del fuoco: intervenire è stato difficilissimo.
La provinciale tra Colle San Magno e Roccasecca, bloccata da alberi bruciati e massi venuti giù anche a causa delle improvvise deflagrazioni, è stata chiusa per motivi di sicurezza e riaperta soltanto nella serata di ieri. Intanto, gli ambientalisti hanno puntato il dito contro un altro problema legato agli incendi boschivi, quello del rischio idrogeologico.
«I pendii di monte Cairo sono irrimediabilmente compromessi, e i Comuni di Villa Santa Lucia e Piedimonte San Germano sono così esposti a un alto rischio idrogeologico. Bisogna intervenire già da subito per un rimboschimento veloce, affinché le radici fermino un disastro immane» ha affermato Edoardo Grossi, ricordando quanto già sostenuto dal professor Mazzarella, docente di Climatologia all'Università Federico II di Napoli.
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