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La normativa

Regole sullo smart working: tutte le novità per l'autunno

Dal 16 ottobre meno possibilità di flessibilità organizzativa per le forme di lavoro agile. Tutto è comunque legato all'evoluzione dell'emergenza sanitaria da Covid-19

Le attuali regole sullo smart working sono legate allo stato di emergenza, che, salvo proroghe, terminerà il 15 ottobre. Da quella data cambieranno le regole o, per meglio dire, torneranno in vigore quelle precedenti e più restrittive, che offrono meno possibilità di flessibilità organizzativa sia per i datori di lavoro sia per i lavoratori.

Infatti, durante le fasi di emergenza Coronavirus, dal lockdown in poi, il lavoro in modalità agile è stato incentivato con modalità di accesso semplificate. Ad esempio, il Decreto Rilancio lo ha configurato come un vero e proprio diritto per i genitori di figli minori di 14 anni mentre nella pubblica amministrazione la possibilità per i dipendenti pubblici di lavorare a distanza è stata incentivata con un incremento delle "attività smartabili" che tendenzialmente, secondo le direttive impartite dalla ministra Fabiana Dadone, dovrebbe raggiungere il 50% delle complessive prestazioni lavorative entro il 31 dicembre.

Adesso però, se l'emergenza sanitaria non si protrarrà anche in autunno, le cose potrebbero cambiare - ricorda laleggepertutti.it - e, salvo che per il comparto del pubblico impiego, dove il lavoro agile è già stato prorogato fino al 31 dicembre 2020 per le mansioni che possono essere svolte a distanza, la possibilità di collocare i lavoratori in smart working dovrebbe tornare ad essere soggetta alle regole ordinarie di legge precedenti alla normativa straordinaria varata durante la pandemia di Covid-19: in particolare, occorrerà un accordo individuale e stipulato per iscritto tra ogni datore di lavoro e lavoratore, nel quale dovranno essere stabiliti i tempi e le modalità delle prestazioni lavorative rese in modalità agile e dunque al di fuori dei locali aziendali.

Inoltre, dovranno essere regolamentati i tempi di riposo e il diritto alla disconnessione, stabilendo gli orari in cui il dipendente può assentarsi dal monitor del computer e dalle chiamate aziendali, potendo tranquillamente "staccare la spina" senza il dovere di essere costantemente reperibile. I sindacati delle imprese e dei lavoratori stanno già mettendo a punto le linee guida per stabilire i contenuti inderogabili di questi nuovi accordi contrattuali.

Fino al 15 ottobre, invece, l'accordo individuale non è necessario e la possibilità di ricorrere allo smart working è stata notevolmente semplificata ed agevolata, eliminando la maggior parte dei vincoli all'accesso. Ma l'esperienza compiuta in questi mesi ha lasciato il segno: quella che era iniziata come una "svolta forzata" ha cambiato le abitudini di milioni di lavoratori, con ricadute positive anche sulle imprese, e così il Governo sta prevedendo nuove norme ed ha già adottato alcune misure per rendere stabile, e al contempo flessibile, la normativa.

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