La ripartenza
15.05.2020 - 22:30
Mangeremo così al ristorante?
Aveva appena fatto un investimento per ingrandire il locale. Bruno Passaretti, il titolare di "Maninpasta" a Castelnuovo Parano, ha inaugurato a metà febbraio la nuova sala attigua alla sua pizzeria e rosticceria, pochi giorni prima che il Coronavirus imponesse il lockdown. In questi giorni ha ripreso a lavorare nell'attività di asporto, intanto ha già riorganizzato gli ambienti sanificandoli e predisponendo dispenser di gel disinfettante per permettere l'accesso alla clientela secondo le norme che rispettano il distanziamento sociale, ma racconta di settimane e settimane trascorse nella preoccupazione e nell'incertezza. «Non è stato per niente facile ritrovarsi a casa da un momento all'altro per chi è abituato a lavorare giorno e notte». Anche di notte, già, perché Bruno cominciava ad impastare tielle, focacce e piatti vari molto prima dell'alba.
Incertezza sul futuro
Guardare avanti è difficile, il futuro è avvolto da incertezze e i passi, se prima si riuscivano a compiere con una discreta dose di prevedibilità, adesso anche le mosse minuscole sono avvolte dal dubbio.
Dramma dipendenti
Un altro nodo da sciogliere riguarda le persone (dunque, le famiglie) che dipendono da queste attività.
«I miei dipendenti - continua Tony - mi chiamano tutti i giorni, sono tutti in attesa della cig che non dipende da me». Intanto, anche Tony ha provveduto alla sanificazione, alla predisposizione di gel disinfettante e al distanziamento tra i tavoli, con il risultato che a fronte dei centoquaranta coperti, che può ospitare il suo ristorante, da lunedì potrà mettere a sedere solo cinquantadue persone. Come i suoi colleghi, aspetta trepidante lo squillo del telefono e il ritorno dei clienti.
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