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L'orrore siamo noi: su Prime Video arriva "Us", una pellicola da brividi

Jordan Peele sta regalando nuova linfa al movimento horror. Assolutamente da vedere questo film che racconta di una famiglia afroamericana alle prese con i suoi sosia

Jordan Peele sta regalando nuova linfa al movimento horror. Dopo aver confezionato un manifesto di controcultura come "Get Out", conquistandosi un posto alla tavola dei grandi con la statuetta alla miglior sceneggiatura vinta nella cerimonia degli Oscar 2017, il regista torna alla carica con un nuovo terrificante lungometraggio. Stavolta viene accantonato il razzismo sistemico dipinto in "Scappa" per una storia di terrore ambientata nell'America dei giorni nostri. La storia di "Us" si apre nel 1986 quando la giovanissima Adelaide va in vacanza con i suoi genitori. Mentre la madre e il padre discutono, la bambina si allontana e, curiosando all'interno del parco giochi, si perde finendo all'interno di una terrificante sala degli specchi. Qui la piccola si troverà faccia a faccia con una sua sosia, identica a lei in tutto e per tutto.

Dopo essere riuscita a scappare dal labirinto, la piccola tornerà dai genitori senza riuscire, tuttavia, a parlare. Anni di terapia e di cure le faranno riacquistare un'a p p arente condizione di normalità. Trent'anni dopo torna a Santa Cruz per una vacanza con la sua nuova famiglia: il marito Gabe Wilson, la figlia Zora e il più piccolo Jason. L'arrivo nella vecchia casa di famiglia di Adelaide verrà turbato da presenze inquiete nel giardino. Dopo un primo incontro per nulla pacifico, gli ospiti indesiderati si paleseranno per quello che sono davvero: dei sosia perfetti della famiglia Wilson. Il film è un intricato gioco di ruoli doppi per i suoi quattro (o forse otto) protagonisti.

Lupita Nyong'o conferma di essere tra le attrici più in vista e in forma degli ultimi anni, confezionando una doppia performance da brividi. La sua interpretazione di Adelaide/Red è un esempio scintillante di profondità e abilità nel trasformarsi ed entrare sotto la pelle dei suoi spettatori. Jordan Peele dimostra ancora una volta di avere il piglio giusto per diventare un regista generazionale della nuova scuola, confezionando uno spunto interessante e non banale. La sceneggiatura, forte di un inizio strabiliante, si perde un po' col trascorrere dei minuti, ma rimane una visione interessante per cercare di capire che direzione prenderà il cinema horror delle grandi produzioni.
Una lotta di classe che passa anche attraverso la resistenza feroce di un regista che cerca di rappresentare la comunità afroamericana in un mondo di leoni come il cinema di Hollywood.

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