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Serie D

Cassino, dalla salvezza alla zona playoff. Che bel cammino!

Il vice presidente Andrea Balsamo fa il punto su quanto fatto dalla squadra e sulle aspettative della società

Fine anno, tempo di bilanci e prospettive future anche in casa Cassino. Il 2022 è stato un anno in crescendo per i colori del club calcistico della Città Martire: dal brivido della retrocessione sventato in extremis, al sogno dei play off. Ad analizzarlo contestualmente alle prospettive per quello venturo, coinvolgiamo il vicepresidente del Cassino Andrea Balsamo.

Come giudica il 2022 del Cassino?
«Il giudizio non può che essere positivo. Siamo passati da una salvezza conquistata con le unghie e per i capelli ad un terzo posto a cui nessuno avrebbe creduto. Tutti ci davano per pazzi ad inizio estate quando comunicavamo di voler fare un campionato sulla parte sinistra della classifica. Ci sono le dichiarazioni dell'epoca».

La metamorfosi del Cassino nelle due stagioni a cavallo di quest'anno solare è evidente, cosa è cambiato nel vostro modo di lavorare?
«Sicuramente ci siamo rimboccati le maniche per evitare un campionato come il precedente. Abbiamo deciso di puntare su calciatori che avevamo incontrato, e quindi visionato, evitando di affidarci a profili - anche dall'ottimo curriculum - ma che non avevamo visto all'opera. Inoltre è cambiata la mentalità all'interno dello spogliatoio. Con l'avvento di mister Carcione si è andato a ricomporre quel feeling tra i giocatori e l'area tecnica che si era un po' perso. Il nostro allenatore è stato bravo a mettere a frutto la sua recente esperienza da calciatore aggiungendo carattere e cuore».
Nelle interviste di fine anno è sembrato trasparire il fatto che non vogliate accontentarvi dell'attuale terzo posto, il Cassino può ambire a di più?
«Sicuramente quanto sta avvenendo sul campo già ci appaga. Logicamente non possiamo porre dei limiti a ciò che i calciatori sfoderano domenicalmente. Staremo a vedere cosa ci regalerà il girone di ritorno. Non si può ambire a vincere il campionato, non siamo partiti per questo obiettivo. Questa estate ci siamo prefissati di finire sulla parte sinistra della classifica, quindi, acquisire una salvezza tranquilla. Ovviamente l'appetito vien mangiando. Nel girone di andata il Cassino ha occupato stabilmente la terza-quarta posizione della graduatoria. Ciò ha regalato consapevolezza ai ragazzi che, avendo incontrato tutte le squadre del girone, sono convinti di poter fare anche di più. Questo, però, non significa che dobbiamo vincere il campionato, il budget non è quello di una squadra che vuole ambire alla Serie C. È, invece, quello di una squadra che vuole divertirsi, questo sì».
Con il terzo posto in tasca parlare di salvezza tranquilla non appare un po' riduttivo?
«I calciatori si sono dati l'obiettivo dei play off, ma ciò comunque rimane dentro lo spogliatoio. Noi come società abbiamo fatto il nostro dovere, allestendo una squadra che non facesse soffrire la tifoseria. Naturalmente vogliamo arrivare il più in alto possibile. Salvezza tranquilla e parte sinistra della classifica rimane il nostro traguardo dichiarato: lo confermo».
All'indomani della vittoria del campionato di Eccellenza la presidenza promise la Serie C in tre anni. Quei piani poi vennero ridimensionati. Quest'entusiasmo che si respira attualmente in città può essere il carburante per tornare a quell'aspirazione?
«È fondamentale che vengano coinvolte delle forze imprenditoriali aggiuntive per ambire al professionismo. Da sola questa società non può fare di più di quello che già sta facendo. Ad oggi il discorso degli impianti sportivi non permette di fare alcun progetto, nonostante qualche appalto sia già stato affidato. C'è bisogno di risorse molto più importanti e di un coinvolgimento più largo per provare a compiere il salto di qualità. Quando parlammo di Serie C ai tempi della vittoria dell'Eccellenza, quello fu un discorso fatto sull'entusiasmo del momento. In ogni caso l'accorpamento delle Serie C1 e C2 nell'unica lega di Serie C, comportò comunque l'aver guadagnato una categoria. Attualmente il Cassino calca il quarto campionato italiano che, di fatto, è il massimo picco storico. Siamo contenti di frequentare questa serie ma sappiamo che forse non è la categoria che merita il Cassino. Cassino come città non deve sentirsi inferiore a Frosinone ma dobbiamo essere onesti e dirci che al momento (non c'è alcuna polemica con le istituzioni in quello che dico, anzi ci sono sempre vicine), senza che si agglomerino risorse aggiuntive e strutture all'altezza, è difficile fare più di quanto già stiamo facendo».

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