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Vaccini, l'oltranzismo dei no-vax

Si organizza il fronte degli obiettori alla legge sull'obbligatorietà delle immunizzazioni per l'iscrizione a scuola

"Fatta la legge trovato l'inganno" recita un vecchio adagio. Un proverbio azzeccato se si pensa al dibattito che si è scatenato in queste settimane tra "obbedienti" e "disobbedienti" alla disposizioni della legge 119/2017 sulla prevenzione vaccinale. Cavilli linguistici e burocratici, autocertificazioni "atipiche" e prenotazioni "tattiche". Sono questi alcuni dei trucchi adottati dai no-vax per eludere la legge sull'obbligo di vaccinazione per l'iscrizione all'anno scolastico 2017/2018.

Lo scopo è quello di risultare in regola, facendo attenzione a non dichiarare mai il falso. Su Facebook sono molti i gruppi e le pagine social nate con lo scopo di informare e dare indicazioni ai genitori che si oppongono alla legge Lorenzin. Ed è su queste pagine che si studiano metodi e trucchi per raggirare ed eludere l'obbligo vaccini, seguendo anche consigli tecnici dei più esperti in materia, in modo tale da poter iscrivere il proprio figlio a scuola, senza mai doverlo vaccinare.

Nel mirino dei no-vax è finita ora la circolare emanata qualche giorno fa dal ministero della Salute in base alla quale basta un'autocertifi - cazione dei vaccini, fatti o da fare, per far accettare il bimbo a scuola.

«Nell'autocertificazione non dichiarate il falso, rischiate una denuncia penale», si legge in una delle tante pagine Facebook. Il piano dei no vax è semplice: fare prenotazione ("tattica e senza ammissioni") all'Asl via raccomandata con ricevuta di ritorno e presentarne copia alla scuola, fare poi l'autocertificazione («quella del Ministero o quella atipica, poco importa») da presentare, anch'essa, alla scuola. Dopo di che bisogna fare una sola cosa: prendere tempo rimandando continuamente l'appuntamento con l'Asl. L'importante è riuscire a far entrare a scuola i bambini, dopo di che "studierete per fare obiezione".

Tutta la strategia ruota infatti attorno all'autocertificazione che i no vax definiscono "atipica". Questo documento certifica semplicemente lo stato delle cose e deve attestare fatti esistenti, non condizioni future: l'autocertificazione quindi non stabilisce un contratto o una promessa o un accordo di alcun tipo, secondo i no-vax. Un conto è, insomma, dichiarare il falso sostenendo che "mio figlio è vaccinato" quando invece non lo è, un conto è invece dichiarare che si è presentata richiesta formale per un appuntamento alla Asl, appuntamento effettivamente preso ma al quale non ci si presenterà.

Da molti dei commenti e dei post che campeggiano sulle pagine social, trapela la volontà dei genitori di ribellarsi a chi sta imponendo loro qualcosa contro il loro volere. Si parla di "percorsi di resistenza", addirittura di "fascismo" delle istituzioni e di "libertà di scelta" di fronte ad un norma che non si condivide.

«Ogni genitore, a questo punto del percorso, deve poter scegliere le proprie modalità di comportamento di fronte a questa norma, quelle che sono più confacenti al proprio status e possibilità, in piena consapevolezza e libertà di scelta. Ognuno sarà libero di seguire ciò che meglio ritiene».

Per i soggetti in età di obbligo scolare (6-16 anni) viene consigliato «una volta ricevuto il contatto dalla Asl, di iniziare iter di obiezione attiva, utilizzando in questo caso (vista l'età dei minori) la possibilità di accedere alle opzioni dell'omissione nel caso i minori abbiamo già sviluppato le malattie infettive per cui sono previste le vaccinazioni e pretendere (eventualmente) i vaccini monodose». Lo scontro è solo all'inizio.

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