Spazio satira
28.08.2017 - 20:00
A memoria d'uomo non si ricorda una stagione come quella in corso, dove gli eventi climatici si sono accaniti con un'inusuale ed eccezionale portata. Ad aprile un'ondata di gelo ha attraversato la Francia, la Spagna e tutto il nostro Paese, "bruciando" molti germogli ormai già ben sviluppati, e quindi, purtroppo, non più ingrado di fruttificare. Un lungo periodo di siccità, fatte salve alcune regioni del Nord, che ancora persiste, ha messo a dura prova i vigneti del Centro-Sud Italia che hanno dovuto subire anche una straordinaria ondata di caldo che ha coinvolto anche il Nord, iniziata sin da maggio, raggiungendo il suo apice nei mesi di luglio ed agosto, tanto che la colonnina del termometro ha fatto spesso registrare valori al di sopra dei 40°C.
I vigneti del Nord hanno invece potuto beneficiare, durante i mesi di luglio ed agosto, di provvidenziali piogge anche se spesso sono state accompagnate da forti grandinate che, in alcuni casi, hanno compromesso la produzione in diversi areali. Fortunatamente si riscontrano anche delle zone che non hanno avuto problemi, grazie a qualche pioggia estiva e soprattutto all'oculata e scientifica gestione dei vigneti, o all'eventuale disponibilità di acqua da irrigazione e alla naturale resistenza a questo clima estremo di alcune cultivar specialmente indigene. Soprattutto, ciò che consentirà di ottenere in alcuni siti produttivi quantità e qualità buone se non ottime è la nostra trasversalità territoriale e la nostra grande biodiversità unica al mondo.
Le prime previsioni Assoenologi indicano una produzione di vino e mosto inferiore di ben 13 milioni di ettolitri rispetto allo scorso anno pari ad una flessione di circa il 25%. Tutte le regioni italiane fanno registrare consistenti decrementi produttivi con punte anche del 35-40% in Sicilia ed Umbria. Unica eccezione la Campania che, dopo la difficile vendemmia della scorsa campagna, fa registrare un aumento del 5%. Con 41,1 milioni di ettolitri il 2017 si colloca tra le prime 6 vendemmie più scarse dal 1947 ad oggi (1947 - 36.4 milioni di Hl, 1948 - 40,4 milioni di Hl, 1949 e 1950 - 41 milioni di Hl, 2012 41,1 milioni di Hl).
Le nostre stime quantitative sono riferite alla situazione riscontrata dai colleghi enologi delle 17 Sedi periferiche dell'Assoenologi tra la seconda e la terza settimana di agosto, vale a dire quando la quasi totalità dell'uva era ancora sulle piante. Purtroppo, visto il perdurare della siccità e delle alte temperature al Centro-Sud, non è da escludere che ci siano altre consistenti perdite nella produzione di uva. Entro la fine del mese di agosto Assoenologi comunicherà una stima dettagliata circa la produzione quali-quantitativa della campagna in corso riferita alle singole regioni.
A lanciare il grido d'allarme per quel che riguarda la produzione in provincia di Frosinone è Coldiretti.
«Anche nella nostra provincia faremo meno vino - Evidenzia il presidente Vinicio Savone che poi aggiunge - Ma sarà di gran qualità. Ricorderemo la vendemmia del 2017 tra le più avare dal punto di vista dei quantitativi della produzione, per effetto del caldo e della perdurante siccità. Stimiamo una perdita in linea con le previsioni nazionali, tra il 20 e il 30% in meno rispetto alla scorsa annata. Per effetto delle temperature che tra luglio e agosto sono rimaste stabilmente tra i 35 e i 40 gradi anche in Ciociaria la maturazione delle uve è risultata precoce, ragion per cui la raccolta si presenta in anticipo di una settimana, in qualche caso anche di dieci giorni, rispetto al periodo solito».
A fargli eco il direttore dell'organizzazione agricola Pietro Greco.
«Le anomalie climatiche che abbiamo avuto quest'anno hanno complicato le cose anche nella viticoltura che, prima ancora della siccità, è stata sferzata dagli effetti delle gelate di aprile. La trasversalità del nostro territorio e la biodiversità dei nostri vigneti ci consentirà comunque di recuperare in qualità quello che perderemo in termini di quantità. È legittimo immaginare che avremo uve con buona gradazione zuccherina e acidità non spiccata. Faremo magari qualche brindisi in meno, ma di eccellente qualità».
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