Con una storica sentenza, la n. 6417 del 21 luglio 2025, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dalla società farmaceutica ACS Dobfar Spa contro il Ministero dell’Ambiente avente ad oggetto la perimetrazione del SIN della Valle del Sacco, nello specifico nel territorio di Anagni.
Come hanno spiegato con puntualità i giudici del Consiglio di Stato, l’inclusione di un terreno in area SIN non può mai essere arbitraria e deve essere suffragata da reali e dimostrate prove di rischi di contaminazione dell’area che, nel caso di Anagni, erano e sono sostanzialmente inesistenti. Ad evidenziare l’importanza della sentenza è il sindaco della Città dei Papi, Daniele Natalia, da sempre sostenitore della deperimetrazione del SIN: “Nel 2016, la Regione Lazio, guidata all’epoca dal governatore Nicola Zingaretti, fu promotrice di una vasta perimetrazione del SIN, in particolare nel territorio di Anagni, condivisa dall’allora amministrazione Bassetta, adottando un criterio estremamente prudenziale (per usare un eufemismo) visto che la perimetrazione è stata estesa a quasi 5 chilometri dal fiume Sacco, causa originaria dell’inquinamento. La questione centrale – ha spiegato il sindaco Natalia – era quella relativa al potenziale inquinante dei derivati del Lindano presenti nel fiume e che una
eventuale esondazione del Sacco avrebbe avuto sui terreni perimetrati, ma si scelse di andare oltre considerando fattori inquinanti anche sostanze, quali berillio e arsenico, endemiche al nostro territorio.
L’unica azienda di tutte quelle incluse nella perimetrazione SIN che si oppose coraggiosamente ad una scelta estremamente discutibile ed arbitraria della politica fu l’ACS Dobfar, a cui diedi, allora da consigliere comunale di minoranza, il mio pieno sostegno istituzionale. Evidenzio questo perché l’ACS Dobfar all’epoca fu lasciata sola nella sua giusta battaglia e nessuno (istituzioni, associazioni di categoria, sindacati) scelse di darle sostegno, nonostante fosse evidente l’impatto nefasto che una perimetrazione del SIN così radicale avrebbe avuto sul tessuto produttivo del territorio”.
Per il sindaco Daniele Natalia la sentenza del Consiglio di Stato “rappresenta una vittoria del buonsenso contro il radicalismo ambientalista. Dietro il principio della cautela, adottato per tracciare i confini del Sito di Interesse Nazionale, si nascondeva, infatti, una concezione estremista di tutela dell’ambiente, non corroborata da riscontri scientifici certi, che agitando lo spettro della paura – che troppe volte abbiamo visto utilizzare anche da chi parla della Valle del Sacco solo come una “valle dei veleni” – non si era curato di quello che sarebbe stato in termini di impatto estremamente negativo per l’economia e l’occupazione del territorio.
La perimetrazione SIN, ad Anagni in particolare, è stata di un impatto, me lo si lasci dire, devastante, non solo per le aziende, ma anche per i semplici cittadini che si sono ritrovati il proprio terreno, anche distante chilometri dall’area industriale, bloccato per ogni forma di costruzione se non dopo costosissime analisi. Oggi il Consiglio di Stato ha spiegato a chiare lettere che nessuna
perimetrazione può essere fatta se non esistono pericoli concreti o risultino accertate sostanze inquinanti nel terreno. Non appena eletto Sindaco, con “coraggio amministrativo”, attraverso una delibera di Giunta Comunale abbiamo applicato da tempo una procedura “snella” di rilascio del permesso di costruire superando le lungaggini fino ad allora vigenti, snellimento adottato
successivamente nel “decreto semplificazioni” del governo. E quel coraggio amministrativo è stato premiato dall’evidenza dei fatti
perché nella mia esperienza amministrativa da Sindaco, in oltre venti permessi a costruire rilasciati dall’amministrazione comunale in zona industriale, nessuna caratterizzazione dei terreni ha evidenziato un superamento dei livelli consentiti di CSC. In altre parole, nel 2016 si era scelto di chiudere agli investimenti un’area che inquinata non
era.
Il coraggio del Dott. Marco Falciani (proprietario dell’ACS Dobfar) e del Dott. Valentino Piergianni (direttore dello stabilimento anagnino dell’ACS Dobfar) ha consentito non solo all’azienda, ma a tutto il territorio, di ristabilire la verità su questa terra e di ottenere una vittoria importante che farà da apripista nelle future scelte amministrative. Mi fa veramente piacere che oggi la Regione Lazio e il Governo centrale, in particolare con l’On. Daniele Maura e l’On. Aldo Mattia, con l’importantissimo supporto delle associazioni di categoria stiano lavorando per riformare il meccanismo di perimetrazione del SIN, adattandolo ai criteri del buonsenso e dei dati oggettivi, andando, finalmente, a superare le logiche radicali, antieconomiche e antiterritoriali che ne avevano costituito l’emblema”.