25.02.2017 - 19:31
La consegna delle Benemerenze da parte del Coni Lazio offre sempre momenti indimenticabili e spaccati di vita pronti a raccontare una grande umanità, quella di eccellenze sportive che hanno dedicato un'intera vita allo sport animate da passione infinita, capacità di sapersi rimboccare le maniche per lavorare e voglia di darsi da fare E' il caso, per esempio, di Enrico Capitanio, che nel frusinate non "rappresenta le bocce", ma "è le bocce", per anzianità di servizio e competenza portata sul campo. Alla domanda sul cosa rappresentasse per lui la Stella di bronzo appena consegnatagli, Capitanio ha semplicemente risposto «un'emozione infinita», e poi si è messo a piangere. Stesso discorso per Agostino Fiorini, al quale è stata consegnata la Stella d'argento. Fiorini, che ha trascorso la sua esistenza a "curare" le moto degli altri («Mio padre non voleva che andassi in moto, aveva paura») s'è commosso anch'egli, tanto, e ha ammesso in maniera spontanea: «M'ero preparato anche un discorsetto, ma l'emozione è tanta». Ecco, l'istantanea della commozione di chi ha scavalcato di gran lunga gli "anta" la dice lunga sul valore e sull'importanza della gratificazione che viene puntualmente assegnata, ogni anno, dal Comitato regionale del Coni, che si appresta a vivere l'ultimo magic-moment a Latina, il 28 febbraio, prima delle elezioni per la carica di presidente, già in calendario il 4 marzo.
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